Alla fine di agosto inizi di settembre, come ogni anno, ho preparato il mio trolley per passare, con il mio compagno Alex, qualche giorno al festival del cinema di Venezia, o meglio alla Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Questa è una delle migliori occasioni per vivere la Venezia gay.
Questo titolo così pomposo, e un po’ arcaico, in realtà dovrebbe riempirci di orgoglio, per il fatto che quello di Venezia è il festival del cinema più antico del mondo ancora vivente. I vari festival di Cannes, Berlino, ecc… hanno solo copiato, a volte superandone il successo, una idea tutta italiana. Il Festival del Cinema è annuale mentre la mostra d’arte contemporanea è biennale infatti il tutto viene denominato Biennale di Venezia. Quest’anno c’erano entrambe.
Per raccontare questa esperienza non so da dove cominciare, perché oltre a dare qualche informazione sul Festival del Cinema non posso tralasciare che siamo a Venezia e condirla con quanto la Venezia gay può offrire.
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Mostra Internazionale di Arte Cinematografica (Festival del Cinema) istruzioni per l’uso
La partecipazione al Festival del Cinema di Venezia non si improvvisa, a meno che tu non sia miliardario. Con un certo anticipo, di almeno un mese o due, si deve prenotare un alloggio. A fine agosto e inizi settembre, siamo in alta stagione, ma in realtà a Venezia è sempre alta stagione e la città è sempre strapiena di turisti. Quindi non pensare di trovare un alloggio (blatte free) per meno di 100 € a notte. La cosa da verificare quando si trovano dei prezzi bassi è la presenza del bagno in camera e, ovviamente, se la colazione è inclusa oppure no.
Se sei senza colazione fai un salto alla Pasticceria Dal Mas in Rio Terà, paste ottime, se trovi un attimo in cui non c’è troppa coda.
Il festival si tiene al Lido di Venezia, un’isola della laguna che è un po’ la spiaggia dei veneziani. In genere, al Lido, durante il festival è difficile trovare posto negli alberghi e i prezzi sono decisamente più alti che in città. Inoltre si è tagliati fuori da Venezia.
Una delle soluzioni è trovare un alloggio a Venezia in prossimità delle fermate dei vaporetti che vanno al Lido (quindi nella zona della Stazione FS, Piazzale Roma o le Zattere, San Zaccaria, o i Giardini). Vanno evitate le aree in prossimità delle fermate sul Canal Grande, i cui tempi di percorrenza dei vaporetti per arrivare al Lido sono molto lunghi.
Per spostarsi coi vaporetti dalla stazione al Lido passando nel canale della Giudecca ci vogliono almeno 45-60 minuti, quindi per tutti gli spostamenti, e in base agli orari delle proiezioni dei film, si deve tenere conto che i tempi di Venezia sono regolati dagli spostamenti in acqua (che meraviglia!). Per i vaporetti ci sono dei biglietti a tempo (24-48-72 ore) che permettono di muoversi liberamente su tutti i vaporetti all’interno della città. Non pensare di pagare il prezzo di un biglietto della metro di Milano, ma il servizio dei vaporetti anche fino a tarda notte è davvero impressionante.
Tornando agli alloggi, oltre ad alberghi ed hotel, negli ultimi anni si sono moltiplicati i B&B, quindi impiegando un po’ di tempo per capire dove sono ubicati e le condizioni che offrono è possibile trovare qualche ottima soluzione.
Una volta trovato un alloggio, in base ai giorni di permanenza, è importante comprare i biglietti per le proiezioni. I biglietti vengono venduti online nel sito della biennale, già alcune settimane prima, per cui è facile acquistarli. Le proiezioni sono molte e per tutte le tasche. In base all’importanza della proiezione e alla sala vi sono diversi prezzi.
I film in concorso vengono proiettati in Sala Grande nel Palazzo del Cinema, quello dietro al red carpet che si vede in TV, tanto per capirci, mentre ci sono altre sale più grandi dove è possibile accedere e vedere gli stessi film in concorso e non. Vedere il film in prima visione con il cast e il regista ha un valore ineguagliabile e irripetibile.
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Venezia gay, la vita alternativa della città
Anche in questo campo la Venezia gay ha delle antiche tradizioni. Tracce documentate di vita gay risalgono al 1400, quando però gli omosessuali erano chiamati sodomiti. La Repubblica Serenissima aveva a riguardo delle leggi restrittive che prevedevano di appendere i sodomiti tra due colonne di Piazza San Marco e poi bruciarli fino a che non fossero ridotti in cenere.
Esecuzioni di questo genere sono state registrate durante i decenni e alcune di esse riguardavano decine di persone. Queste testimonianze storiche, che solo Città Stato come Venezia hanno conservato, dimostrano comunque che l’omosessualità era diffusa e praticata. In particolare durante il carnevale che nel corso dei secoli, grazie alla sua popolarità in tutta Europa, attraeva turisti che volevano trasgredire e per mezzo delle maschere potevano esprimersi in modi che non erano consentiti nei loro Paesi e nel resto dell’anno.
Venezia ispira erotismo ad ogni angolo, o meglio ad ogni calle (strada), e campo (piazza) dove è possibile aver percorso gli stessi itinerari labirintici che tanto piacevano al celebre Giacomo Casanova che tante donne aveva fatto felici e altrettanto sofferenti.
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Tornando però al nostro tema turistico LGBT, probabilmente memori delle atroci torture a cui venivano sottoposti gli antenati omosessuali (sodomiti), l’omosessualità nella Venezia gay rimane completamente nascosta.
Tra centinaia e centinaia di bar e ristoranti non ve n’è nessuno dichiaratamente rivolto ad una clientela gay e quindi Venezia non ha nessun punto di ritrovo.
Questo sembra piuttosto incredibile vista la mole di turisti stranieri che arrivano a Venezia, di certo una porzione di loro avrebbe piacere di avere un punto di incontro LGBT, come avviene in qualsiasi altra città turistica del mondo.
Forse economicamente a nessun bar converrebbe limitare la propria clientela visto che tanto a Venezia basta aprire qualsiasi tipo di bar per avere dei clienti. Ma forse qualche locale un po’ fuori dai circuiti più frequentati potrebbe avere successo in una Venezia gay friendly.
L’unica traccia di un ritrovo gay si trova al Lido di Venezia dove, nella zona denominata Alberoni, si trova una zona gay/naturista che ovviamente può essere frequentata solo in estate ed è comunque fuori mano rispetto alla città.
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Il Queer Lion Award
Insomma, tirando le somme c’è una città stupenda ed erotica, c’è un festival del cinema e dell’arte che è meta di molti omosessuali, ma non c’è nessun punto di incontro, o party, ecc… in questa Venezia gay.
In realtà un tentativo è stato fatto. Come probabilmente nessuno di voi saprà, dal 2007 a Venezia è stato creato il Queer Lion Award (Leone Gay), dall’associazione CinemArte.
L’associazione attribuisce ogni anno un premio al migliore dei film presentati alla Mostra del Cinema con tematiche LGBT. Tale premio, nonostante abbia il patrocinio delle istituzioni a vari livelli, non viene quasi mai menzionato.
Negli anni sono stati premiati film importanti come: A Single Man o Philomena, e quest’anno ha assegnato il premio a The Danish Girl, un film che non ha vinto premi a Venezia, ma di cui sentiremo di certo parlare e probabilmente andrà a prendere qualche meritata statuetta da Oscar, in particolare per la strepitosa interpretazione del protagonista Eddie Redmayne e della sua trasformazione da gentlemen danese di inizi ‘900 a Lady danese di prima metà ‘900.
Nel corso degli anni gli organizzatori del premio hanno fatto dei timidi tentativi di visibilità all’interno della mostra principale, ma purtroppo con scarso successo. Alcune volte hanno anche organizzato degli splendidi party per festeggiare il Queer Lion Award, ma negli ultimi anni nemmeno i party sono stati organizzati e quindi il Queer Lion vive in pratica solamente nel web (purtroppo).
Insomma che dire, Venezia, il Lido di Venezia e la Mostra del Cinema sono una combinazione che mi lasciano ogni anno senza respiro, con delle emozioni sempre nuove che ti rimettono in pace con il mondo proprio prima di ricominciare un autunno di lavoro. I tempi della quotidianità vengono stravolti e si torna ad una vita più lenta dettata dai ritmi della laguna.
Molto di più si potrebbe fare per far sentire anche il mondo LGBT benvenuto in una Venezia gay friendly, ma purtroppo questo non è un limite solo di Venezia, ma un limite culturale del nostro Paese che non ha ancora capito quanto il turismo LGBT possa valere in termini economici.
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