Una settimana a Singapore, forse la scelta è un po’ singolare. Tante ore di viaggio per arrivare in estremo Oriente per poi rimanerci solo pochi giorni. Ma questa città mi ha sempre affascinato sin da quando la sentivo cantare da I Nuovi Angeli (“Singapore, vado a Singapore, vi saluto belle signore”) e alla fine le mie attese sono state ripagate. Il viaggio a Singapore è arrivato.
Un piccolo concentrato d’Asia dove la grande maggioranza è cinese, ma con un importante presenza indiana. Dove musulmani, buddisti, induisti e cristiani convivono e professano le proprie fedi a pochi metri gli uni dagli altri, con uno sviluppo economico galoppante tra infrastrutture di altissimo livello e una coscienza civile a noi purtroppo sconosciuta.
Per il viaggio abbiamo scelto la compagnia Emirates, ma ci sono molte compagnie che operano voli su Singapore, confronta i prezzi online.
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Il nostro volo Milano/Singapore prevedeva uno scalo a Dubai e già il viaggio è stata una bella esperienza. Sono state due tratte da 7 ore l’una, con una sosta a Dubai di un paio di ore. L’aereo è molto confortevole, con schermo personale dietro ogni schienale e la possibilità di scegliere tra molti film (anche in Italiano) e joypad per giocare e passare il tempo. Il personale è sempre presente, pronto a servire stuzzichini e bevande e anche un piccolo menù dove poter scegliere il pasto a bordo.
Una compagnia aerea che sicuramente riprenderò. Degno di nota anche lo scalo a Dubai, l’aeroporto è di ultima generazione molto pratico ed efficiente, forse troppo lussuoso per i miei gusti, ma comunque molto piacevole da vedere.
Partiamo una domenica mattina da Malpensa alle 10 e tra voli e fusi orari ci ritroviamo all’aeroporto Changi di Singapore alle 8 di Lunedì, non troppo stanchi e, dopo avere sbrigato velocemente le procedure d’immigrazione, ritiriamo i bagagli e facciamo un primo prelievo allo sportello ATM per avere in mano un po di contante. La moneta qui è il Dollaro di Singapore e il cambio più o meno è 1 € = 1,5 Dollari.
Viaggio a Singapore, comincia l’avventura
L’impatto, già dall’aeroporto, è positivo. Tutto sembra ben curato anche nei piccoli particolari, c’è una monorotaia che collega i vari terminal con la quale arriviamo alla fermata della metropolitana dove acquistiamo il tourist pass della durata di tre giorni per 30 Dollari. Con esso abbiamo accesso a metro e autobus, e allo scadere dei tre giorni, riconsegnando la card, si hanno 10 dollari di rimborso.
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La metropolitana merita un discorso a parte. Sempre pulitissima sia nei treni che nelle stazioni, come lingua ufficiale usa l’inglese. Ci sono alcune regole base che tutti rispettano anche grazie all’aiuto di segnali ben chiari su come ci si posiziona in attesa dei treni e come ci si comporta all’interno o nell’uscire dalle stazioni, con tanto di addetti che ad alta voce indicano le varie vie possibili.
Ma la cosa che più colpisce è la quasi totalità delle persone isolate nei loro apparecchi elettronici (smartphone o tablet) con misura dello schermo minima di 5,5 pollici. Giovani o vecchi tutti con lo sguardo rivolto allo schermo, chi legge libri, chi sui social o chi gioca, tutti sono impegnatissimi. E chi guarda film o cartoon continua a farlo anche mentre cammina tra la folla con una certa abilità.
Arriviamo alla fermata Bugis dove abbiamo prenotato al Central Pacific, un buon hotel dove passeremo 5 notti in stanze ampie. Questa è una buona struttura, anche se un po datata nel bagno e con una colazione molto orientale (zuppe, molti cibi salati e pochissimo dolce), ma dal gusto buono e con un buon caffè.
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Sistemiamo le nostre cose e ci rilassiamo un attimo anche per capire che ci troviamo a più di 13.000 km da casa e che sarà un continuo sbalzo di temperatura, tra l’aria condizionata che funziona ovunque e il caldo umido che troveremo all’esterno, anche se fine gennaio è uno dei periodi climatici migliori per queste latitudini.
La giornata è bella e decidiamo di andare verso Sentosa, un’isola collegata alla città da una monorotaia che si prende dal quarto piano di un mega mall chiamato Vivocity. In passato questa struttura era usata come base militare inglese, mentre adesso è una grande zona ricreativa con parchi divertimento, musei, siti storici e percorsi naturalistici.
Noi scegliamo di passare il pomeriggio in relax e ci godiamo le belle spiagge di Palawan e Siloso, distese di sabbia bianca e palme che ci fanno sembrare di essere in Thailandia.
Purtroppo il mare non è all’altezza, l’acqua è verde e non si vede il fondo, e avanti a noi al largo c’è la più grande flotta mercantile di navi che mai potessi immaginare. Ma se ci si limita alla spiaggia e alla natura circostante si possono passare ore piacevoli con stabilimenti attrezzati e ampi spazi a disposizione.
Cominciamo a sentire la stanchezza del viaggio e, dopo esserci trascinati da una spiaggia all’altra, facciamo ritorno all’hotel dopo circa un oretta trascorsa sui mezzi di trasporto.
Escursione all'isola di Sentosa
Escursione a Pulau Ubin
Il giorno seguente, dopo aver fatto colazione, con la metro e in seguito il Bus 29 dalla stazione di Tampines, raggiungiamo il nord e Changi village, dove c’è un terminal di piccoli traghetti in legno che in dieci minuti portano sull’isola di Pulau Ubin.
Qui vive una comunità di malesi in case palafitte, l’esperienza è un vero salto indietro di 50 anni. L’isola è ricca di specie vegetali (palme, bambù, tantissime piante colorate o con foglie enormi, mangrovie e altro che non saprei riconoscere) che nel contesto creano una jungla meravigliosa. Ci sono anche diverse specie animali che si possono facilmente incontrare, come i varani, i cinghiali, i serpenti e le scimmie.
All’arrivo ci sono diversi noleggi di MTB, pagando 15 € si può tenere la bicicletta per tutto il giorno, e così partiamo alla scoperta di questa piccola isola che non supera i 10 km in lunghezza.
I percorsi sono ben segnati e lungo le strade si incontrano solo ciclisti, troviamo anche un bellissimo monastero buddhista che ci piace molto, ci colpiscono molto le migliaia di preghiere coloratissime mosse dal vento che creano un effetto molto suggestivo.
Trascorriamo così una giornata molto bella immersi nella natura e, tornati verso il villaggio, ci fermiamo in un piccolo ristorantino, molto alla buona, dove mangiamo riso con pesce e verdure e gamberi bolliti.
Ritornati al Changi village prendiamo il bus n. 2, un bus a due piani nel quale saliamo al piano superiore e, seduti in prima fila, ci godiamo una bella panoramica su questa zona residenziale che fa invidia a Beverly Hills fin davanti al nostro hotel.
Dopo un paio di ore di riposo usciamo per la nostra prima visita notturna di Marina Bay, il cuore della città. Scendiamo a Bayfront e usciamo proprio sotto al famoso Marina Bay Sands Hotel, una struttura composta da tre grattacieli uniti in alto da una specie di nave dove si può nuotare in piscina o cenare tra alte palme e i giardini pensili.
Raggiungiamo la vicina Singapore Flyer, la ruota panoramica più grande al mondo, dalla quale godiamo di uno spettacolo bellissimo sullo skyline. Un giro dura 30 minuti e all’uscita facciamo una bella passeggiata tra le mille luci della baia e dei suoi grattacieli.
Stay tuned, il viaggio a Singapore di Luca continua… scopri la settimana a Singapore qui!
Fantastico, dalla tua descrizione mi é sembrato di tornare lá ! Ci sono stata nel 2014, durante una breve vacanza. Al tempo vivevo in Malesia, sulla costa Est, per me fu una sorta di “weekend fuori porta”. La cosa che ancora mi stupisce positivamente, sia della Malesia che di Singapore, é la straordinaria integrazione delle diverse etnie e delle rispettive religioni !
Bello … Attendo il seguito del tuo viaggio per un altro tuffo nel passato!
Ciao Erika, hai ragione, il racconto di Luca ci trasporta in atmosfere esotiche da sogno. Trovi il seguito del suo viaggio a questo link: https://www.viaggiaescopri.it/visitare-singapore/
Buona lettura! 😀