Questo non è un post facile. Lo si capisce dal titolo e lo si capisce dalla destinazione. Non è facile perché da un anno fatico a trovare le parole per raccontare il mio viaggio a Visso, un viaggio che oggi è più un ricordo, poiché il sisma, feroce e devastante, colpì proprio due giorni dopo il mio rientro a casa.
Il borgo di Visso si trova nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, stretto tra le vallate montuose che dividono le Marche dall’Umbria. Siamo in provincia di Macerata e del mio arrivo per la prima volta in questa regione ricordo il viaggio che sembrava non finire mai, ma che assolutamente vale la pena di percorrere.
Il paesaggio dei Monti Sibillini gode di un’atmosfera magica e, arrivando in Valnerina, la piccola Visso stupisce per la sua posizione abbracciata dalle foreste e toccata da due torrenti, il Nera e l’Ussita, che ne hanno condizionato anche la morfologia.
Viaggio a Visso, tra le vie di un borgo che vuole ripartire
Arrivato in serata ho subito familiarizzato con la mia casa per questo weekend, il B&B Villacolle.
Ricordo perfettamente la prima mattinata di sole, mentre attendevo di partire alla scoperta del paese e mentre ammiravo l’arco di pietra che fa da accesso al centro storico, elemento che ancora oggi fa parte della cinta muraria, spesso ben visibile, che risale al XIII secolo.
Varcato l’arco si accede in Piazza Pietro Capuzi, una piazza dalla forma allungata che si protende lungo tutto il cuore del borgo. Qui si affacciano i bar, i ristoranti e i negozi, attività che oggi attendono di poter tornare a vivere, sia quelle danneggiate dal sisma del 26 ottobre 2016, sia quelle illese, ma in attesa di essere dichiarate agibili.
Alzando lo sguardo resto colpito da alcune assi fissate sulla sommità della Chiesa di Sant’Agostino, edificio sacro in stile gotico dove oggi si trova il museo pinacoteca e dove era custodito il manoscritto dell’Infinito, l’opera lirica scritta da Giacomo Leopardi. Ignaro, domando a cosa servano e gli abitanti mi spiegano che la chiesa venne lievemente danneggiata dal sisma che colpì Marche e Umbria nel 1997. Dopo 20 anni ancora alcuni segni del terremoto si possono vedere, ma gli animi sono fiduciosi, il paese è vivace e caratteristico e nessuno si sarebbe mai immaginato che un altro cataclisma fosse in arrivo.
Il grande edificio che sorge sul fianco della piazza è la Collegiata di Santa Maria, costruzione del 1256 edificata sulle fondamenta dell’antica pieve già esistente. L’architettura in stile gotico conserva tra le mura alcune importanti opere di scuola umbro-marchigiana e ciò che lascia assolutamente sbalorditi è la decorazione del soffitto, pregevole nonostante le crepe.
Tra le arcate e seguendo la sinuosità delle facciate degli edifici Visso riesce a stregare lo sguardo, ricca di scorci e angoli che sanno di casa, tra le vie pervase dal fumo di un camino o dal profumo del pranzo che sta cuocendo sui fornelli.
Cosa resta e cosa sarà
Lo so, sono nostalgico, ma non posso non domandarmi cosa resta di tutto questo e cosa resterà quando il borgo tornerà alla sua vita normale, perché oggi è ancora dichiarato zona rossa. Di certo risollevarsi è complicato, nonostante la forza di volontà e la tenacia occorre confrontarsi con le intemperie, la burocrazia, le dinamiche spesso lente del sistema.
Ma Visso c’è ancora e non possiamo ignorarla. Voglio ancora tornare e camminare nei vicoli, voglio arrivare davanti al Palazzo dei Priori e leggere l’ora sulla cima del municipio. Voglio perdermi tra queste mura, cercare gli affreschi sulle case, sentire i ciottoli sotto i piedi.
Oltrepassando il torrente Ussita si raggiunge un altro lato di Visso, importante per la sua storia che lo vide vittima di un’alluvione dopo la quale il fondo stradale venne alzato e non di poco. Lo si nota dalle porte dagli archi troppo bassi lungo le strade.
Qui si trova la Chiesa di San Francesco, la chiesa più antica dell’intera regione Marche, oggi utilizzata come sede della stagione concertistica del Poliphonica Festival.
Attorno a tutto questo c’è la dirompente natura dei Monti Sibillini, una natura che abbraccia
come una mamma, è questa l’impressione che ho avuto osservando il borgo dall’alto della collina dove si trova il parco. Qui un’alta torre funge da monumento e i ragazzi vi si trovano come punto di ritrovo, una location decisamente romantica. Della natura dei Monti Sibillini trovi informazioni qui, sul blog di Elena.
Fematre e Mevale, due perle fuori Visso
Poco lontane dal centro paese si trovano due località che vale la pena visitare. Entrambe sono raggiungibili in auto oppure, tempo permettendo, a piedi seguendo i percorsi sui Monti Sibillini.
La prima di esse che ho visitato è stata Fematre, una piccola frazione montana molto caratteristica dove si trova la Pieve di Santa Maria Assunta, una chiesetta di pietra le cui prime fondamenta risalgono al XII secolo e che sorge protesa verso la vallata in una posizione molto suggestiva.
La facciata a capanna è sormontata da un campanile a vela, mentre sul lato panoramico si sviluppa un porticato che funge anche da sagrato prima dell’ingresso in chiesa. L’interno è diviso in due campate e le pareti sono interamente affrescate con scene religiose dai colori molto vivaci, particolarità che mi ha lasciato sbalordito.
La visita della pieve di Fematre può essere effettuata avvisando per tempo il comune o il personale addetto alla sua custodia.
La seconda località da non perdere è sicuramente Mevale, a circa 25 Km da Visso. Mevale è una frazione di Visso ormai disabitata dal terremoto del 1997 per gli ingenti danni che subì durante il sisma. Attualmente le case sono state restaurate o ricostruite con tecniche antisismiche e la località si appresta ad essere ripopolata.
Vicino al gruppo di case, circondata da un prato e da un panorama suggestivo, si trova la Pieve di Santa Maria Annunziata, edificata tra il 1101 e il 1205, anno in cui venne consacrata.
Questa piccola chiesa in stile romanico è un altro esempio dell’importanza che ebbero in passato questi luoghi, percorsi da viandanti e pellegrini che si spostavano a piedi tra le vallate montane. L’edificio non è privo dei segni del terremoto. Lungo le pareti si possono notare le crepe e all’interno alcuni affreschi sono stati staccati dagli scossoni.
La pieve resta comunque agibile e regolarmente si celebrano cerimonie in occasione delle festività. Gli affreschi al suo interno, parzialmente visibili, risalgono al XV, XVI e XVII secolo e un tempo ne ricoprivano ogni superficie. Attualmente è molto interessante osservare ciò che si è salvato ed è stato consolidato dopo il sisma del ’97 che, per fortuna, non ha scalfito la Madonna con bambino raffigurata nel sacello della navata sinistra.
Sia Fematre che Mevale sono state colpite dal terremoto del 1997, tuttavia non sono scomparse, anzi, la loro storia è fatta anche dei segni lasciati da questi eventi. Sicuramente essi hanno influito sul graduale spopolamento della zona, ma proprio per questo sia Visso che i luoghi che la circondano non devono essere dimenticati, ma devono essere riscoperti.
Santuario di Macereto
In ultimo, ma non per importanza, merita una visita il Santuario di Macereto, meraviglioso esempio di architettura rinascimentale marchigiana dichiarato monumento nazionale nel 1902 (attualmente chiuso).
Questo complesso religioso sorge abbracciato dalla natura dei Monti Sibillini. Attorno alla chiesa si sviluppa un lungo e candido porticato che un tempo accoglieva i pellegrini che giungevano qui per adorare la Madonna lignea custodita all’interno.
La chiesa, ultimata nel corso del 1500, ha pianta ottagonale e tre ingressi, ma non è sempre aperta, e protegge al suo interno l’edicola del 1300 che custodiva la statua lignea che oggi si trova presso il museo di Visso.
Il grande prato che funge da sagrato del santuario è molto apprezzato dagli abitanti della zona, che vi si radunano per le grandi festività o che vi giungono per trascorre del tempo con gli amici o per fare pic-nic con la famiglia.
Poco distante dal santuario si trova anche un’azienda agricola molto nota in zona. La produzione locale, basata sul pascolo, è legata all’attività casearia e i formaggi prodotti dal Pastorello di Cupi sono tra i migliori della zona.
Cosa mangiare a Visso
Durante i miei tre giorni a Visso non mi sono certo fatto mancare la buona cucina locale. I vini hanno sempre accompagnato gli ottimi piatti regionali spesso composti da affettati e salumi, ma anche da ingredienti più montani come il cinghiale, i funghi o il tartufo.
Re delle tavole vissane è di certo il ciauscolo, il salume di cui spesso avevo sentito parlare e che ho assaggiato proprio durante questo viaggio. Il ciauscolo vissano è il più rinomato delle Marche, ottimo da spalmare sul pane o i crostini, come aperitivo o come antipasto.
Spero un giorno di tornare in periodo natalizio per assaggiare il torciglione, di cui tanto ho sentito parlare, nel frattempo ti invito a leggere il post di Monica sui prodotti locali da non perdere durante un viaggio a Visso.
Come arrivare a Visso
Scendendo dal Piemonte il mezzo più pratico è di certo l’automobile, il treno arriva fino a Spoleto, la stazione più vicina, e da li occorre munirsi comunque di un’automobile, anche perché molti luoghi a Visso sono speciali e suggestivi proprio per la loro posizione isolata.
Inoltre, se stai pensando di viaggiare in treno, sappi che il rientro notturno da Spoleto a Milano o Torino è molto economico. Il treno parte da Spoleto alle 23.30, già stracarico poiché arriva dal sud, e arriva in Piemonte verso le 8 del mattino. È stata un’esperienza che mi ha messo a dura prova, lo ammetto.
Un anno è passato dal simsa del 2016 e ancora non so esattamente che cosa di tutto questo sia ancora esistente. Quello che so è che Visso c’è e tornare a scoprirla può essere un buon passo per aiutarla a rialzarsi.
La mia visita a Visso fa parte di un progetto di valorizzazione del territorio, realizzato da AITB – Associazione Italiana Travel Blogger, che puoi trovare cercando l’hashtag #Vissoltrelinfinito.
Caro Gian Luca Sgaggero,
ho letto il tuo reportage di viaggio, diciamo così, con piacere. Vedo che ti è rimasto nel cuore il territorio e la preziosità. Te lo dico con il cuore perché le mie origini sono di quelle parti. HO casa dei miei nonni e di mia madre. ogni volta che ci torno per “dare un’ occhiata” mi si stringe il cuore. Non ne parla nessuno, tutto è fermo, non si vede via di uscita. E mi fa moltissimo piacere che tu abbia apprezzato tra le pievi montane, caratteristiche del territorio, quella di Fematre. Lì ho casa e vi ho passato moltissimo del mio tempo. Dalle foto non riconoscevo la chiesa di Santa Maria Assunta del XI° secolo perché è tanto che non la vedo dentro. La trovo sempre chiusa.
Grazie di avere apprezzato i luoghi e le bellezze e grazie per diffondere la conoscenza.
Cordialmente
Fiorella Nicolini
Ciao Fiorella e grazie per il tuo commento. Visso è stato per me una bella scoperta e duole il cuore nel vedere che la situazione attuale sia immobile dopo il sisma. Spero vivamente che tutto torni come prima e esorto i viaggiatori ad andare a scoprire quell’area.
Gian Luca