Ormai è ufficiale, credo che tutti abbiate capito che sono ape calessino addicted e dopo l’esperienza da Catania a Milano nel 2015 non potevo rifiutare un nuovo viaggio su questo bolide. Ecco che anche nel 2016 ho inserito un viaggio in ape calessino nella mia lista dei desideri e l’ho fatto per un motivo speciale, un omaggio a Karambola, tour operator del gruppo Alpitour, che nel 2016 festeggia i suoi 25 anni.
Ma cosa c’entra Karambola con l’ape calessino? In realtà molto più di quello che si possa immaginare. Karambola è infatti il marchio ‘giovane’ di Alpitour, caratterizzato da proposte viaggio più economiche all’insegna dell’avventura, del divertimento e delle esperienze che la destinazione può offrire.
Il viaggio in ape calessino è tutto questo e anche di più, è vivere ogni chilometro della strada percorsa, è fare parte di se ogni cosa, anche la più semplice e banale, che accada durante il percorso. Un’esperienza che difficilmente si può scordare.

Viaggio in Ape Calessino, 1° tappa: Orbetello
Il nostro viaggio in ape calessino del 2016 comincia a Roma Termini, di fronte alla stazione, quando l’equipaggio che ci ha preceduto (è una staffetta) arriva da Viterbo consegnandoci il rombante destriero intorno al mezzogiorno.
Io, Luca e Giusy Manzella siamo pronti e ansiosi di cominciare l’avventura, sebbene Giusy sia ancora un po’ scettica e dubiti che questo triciclo motorizzato possa condurci tra mare e montagne fino a Milano. Ma io sono fiducioso, ho già percorso Roma/Milano in ape calessino e questo viaggio è l’occasione per scoprire nuove strade e nuovi luoghi che l’Italia ha in serbo per noi.
Dopo i saluti e le foto di rito lasciamo la stazione Termini puntando verso nord lungo la costa e, nonostante il tempo un po’ incerto, ci godiamo grandiosi panorami lungo la costa tirrenica.
Dopo un paio d’ore di marcia, incuriosito da un cartello che recita Borgo Medievale in direzione di una stradina sulla destra, decido di azzardare e dopo una decina di chilometri il nostro ape calessino raggiunge l’antico borgo medievale di Ceri.
Ceri è stata una vera sorpresa, arroccato sul colle è un piccolo borgo di vicoli lastricati la cui chiesa merita una visita. Da qui si godono panorami interessanti sui dintorni, ma sopratutto qui decidiamo di sostare anche per un veloce pranzo in uno dei ristoranti del borgo.
Ripartiamo alle 16 circa, tranquilli del fatto che nessuno ci attende a Orbetello, cittadina che raggiungiamo dopo quattro ore di strada e concedendoci solo una sosta alle Saline di Tarquinia, giusto in tempo per una doccia e per uscire a cena in una delle trattorie locali. Un consiglio? Gli spaghetti con cozze e pecorino sono da ribaltarsi.

2° tappa: Livorno
Il secondo tratto di strada è stato quello decisivo per amalgamare il gruppo ed entrare nel giusto mood del viaggio.
Cominciamo la giornata con un giro di Porto Ercole e Porto Santo Stefano, a costo di essere già in ritardo non voglio perdermi le due località principali dell’Argentario, zona che avrei sempre voluto visitare.
Proseguiamo poi ancora, il vento ci ha accompagnati per gran parte del percorso, anche quando abbiamo sostato a Follonica per fare due passi e mangiare un panino.
La cittadina di Follonica ci ha stupiti, graziosa e elegante è una destinazione che consiglierei per chi voglia visitare la costa toscana.
Nulla però a che vedere con lo spettacolo che ci attendeva più a nord, un evento naturale di tale maestosità che gli stessi livornesi ritengono una rarità. Il Libeccio, spirante forte dal mare, provoca infatti onde notevoli e dalla forza strepitosa che si frangono sulle scogliere di Calafuria, l’aria è intrisa di piccole gocce di mare in sospensione e tutto sembra essere quasi immobile, avvolto dall’intensità del vento e dal profumo della salsedine.
Per la notte sostiamo in un campeggio alle porte di Livorno, non senza arrivare fino in città dove, al Corner Bistro, ci aspetta un aperitivo lungo mare in compagnia di tanti amici di Karambola curiosi di sapere di più sul marchio e anche sul nostro viaggio così avventuroso.

3° tappa: Genova
Dopo una nottata trascorsa col rumore del mare fuori dal nostro bungalow ci svegliamo per scoprire una giornata splendida e godere della vista lungo la costa. Complici il sole e il cielo azzurro decidiamo di fare una sosta a Livorno per immortalare la sensazionale Terrazza Mascagni, zona pedonale e più ampia area pavimentata a scacchiera in Italia, un tocco di eleganza e classe che non manca di affascinare chi visita Livorno.
Prima di mezzogiorno partiamo sfrecciano (il calessino viaggia alla media di 50 Km/h) verso nord e guardando la Versilia scorrere attorno a noi. I bagni lungo il mare si susseguono per un lungo tratto, fino quasi a giungere al confine regionale ed entrare in provincia di La Spezia.
Proprio qui decido di fare una doverosa deviazione e tornare in una località scoperta qualche tempo addietro, la tranquilla e rilassante Bocca di Magra. Non ci fermiamo molto, giusto il tempo di fare due foto e rivedere questo paesello (frazione del comune di Ameglia) adagiato lungo la foce del fiume Magra.
Proseguiamo il nostro cammino iniziando ad affrontare le salite dei monti liguri, superata La Spezia comincia la vera magia di questa giornata, la strada diventa più ripida e davanti ai nostri occhi comincia lo spettacolo delle 5 Terre.
Sono circa le due del pomeriggio quando ci fermiamo per pranzo, siamo a Riomaggiore e scendiamo lungo il borgo con il naso all’insù fino alla fine della strada. Qui si trova una scalinata che permette di oltrepassare il tratto ferroviario (il trenino ferma in tutti i 5 comuni) trovandosi proprio di fronte al mare. Uno spettacolo!

In questo contesto si trova il Rio Bistrot, un ristorante molto carino che dispone di due sale e di una terrazza panoramica con vista sul mare. Proprio questa soluzione ci sembra ottima, il clima è piacevole e noi iniziamo ad essere proprio affamati.
Il menù del Rio Bistrot è caratterizzato da piatti dal sapore locale, un condensato di gusti liguri (come le trofie al pesto) e una predilezione per i piatti di pesce. Ci è infatti impossibile dire di no ad un fritto misto accompagnato da un fresco vino bianco locale.
La nostra visita è davvero rapida, ma il delizioso pranzo ci ha ritemprati. Salutiamo lo spettacolo di Riomaggiore e proseguiamo il nostro viaggio in ape calessino alla volta di Genova.
La bella Zena ci attende e noi giungiamo stanchi e provati da una serie di deviazioni che ci hanno costretti a percorrere la strada montuosa rallentando notevolmente il nostro percorso. Ma tutto svanisce quando arriviamo al Don’Cola, un piacevole locale con dehor in zona pedonale dove una folla di amici di Karambola ci attende per darci il benvenuto e sapere di più su questa nostra avventura.
La serata genovese prosegue facendoci scoprire una Genova come non la conoscevo, vivace e animata ci abbraccia tra i carruggi dove cerchiamo un locale per cenare e facciamo due passi per osservare la movida cittadina.

4° tappa: Cuneo
La mattina seguente ci svegliamo di buonora, andiamo al Porto Antico per scattare qualche foto e poi ci mettiamo in marcia consapevoli che la giornata sarà tutt’altro che leggera. La strada Aurelia è infatti chiusa ad Arenzano e, non avendo alternative, siamo costretti a svoltare verso i monti dopo Genova Voltri.
Il nostro ape calessino, sfidando le salite, ci porta oltre Mele e, passando per Vara, ci siamo immersi nella natura del Parco Naturale Regionale del Beigua dove abbiamo attraversato, avvolti dalle nuvole e dal freddo d’alta quota, il Passo del Faiallo. Scendendo a Sassello ci spingiamo oltre entrando in Piemonte, proseguendo fino a quando il tepore del sole di pianura ci convince che è ora di fermarsi. Siamo a Vicoforte, a pochi chilometri da Mondovì, dopo 5 ore di strada.
Il piccolo comune di Vicoforte si rivela una tappa sensazionale, qui si trova il Santuario di Vicoforte, un imponente edificio che vanta la cupola ellittica più grande al mondo. Ma non è solo questo a rendere speciale Vicoforte, l’interno del santuario presenta affreschi di rara bellezza ed è un luogo davvero straordinario, e pensare che non lo conoscevo.

Guardandoci intorno nella piazza notiamo molti locali sotto al porticato semicircolare antistante la chiesa, ma una freccia all’angolo di una stradina che costeggia il fianco destro del santuario attira la nostra attenzione, recita: La Tavola del Chiostro.
Lateralmente al santuario si trovano infatti gli edifici un tempo destinati agli alloggi dei monaci, la struttura oggi è stata restaurata e dispone di ampi spazi e di un parco destinati ad eventi, pranzi o cene. Proprio questo noi chiediamo, un po’ di cibo prima di proseguire.
Ma è qui che la magia del calessino ci stupisce. Vedendoci alla guida di un mezzo così potente e bizzarro tutti ci domandano come sia un viaggio in ape calessino, sono incuriositi e affascinati da questo modo particolare di scoprire l’Italia. Sopratutto restano colpiti dal nostro ultimo tratto percorso al freddo e sui monti e, quasi fossimo degli eroi, ci fanno accomodare ad una tavola apparecchiata nell’antico refettorio dei monaci, una stanza interamente affrescata e meravigliosa che ci spiegano esser stata dipinta dal Bortoloni come prova prima di cominciare l’opera che ora decora l’interno della cupola.
Scopriamo anche con piacere che il ristorante è eccezionale, la battuta, il riso venere con Castelmagno, l’arrosto e il maiale sono piatti squisiti che riescono a riscaldarci e darci la carica per ripartire. Un po’ a malincuore, lo ammetto, perché qui io ci voglio tornare.
Mancano circa 30 Km a Cuneo, ultima tratta della giornata, e arriviamo in città approfittando per fare un salto in sede Karambola per un saluto e poi spostarci al San Sebastian Café per incontrare altri amici che ci hanno seguito sui social e che vogliono conoscerci. Un giro a Cuneo, magica di notte, e poi tutti a dormire.

5° tappa: Milano
L’ultimo giorno del nostro viaggio in ape calessino comincia con il sole, la giornata è stupenda e noi partiamo presto sfrecciando tra le colline e le distese coltivate piemontesi. Da Cuneo puntiamo verso Asti, che vediamo di volata facendo un giro in centro con l’ape, e poi proseguiamo fino a sfiorare Casale Monferrato contemplando ad occhi colmi di bellezza i colli del Monferrato.
Ormai circondati dalle pianure viaggiamo senza esser rallentati, sfrecciamo a più non posso verso Milano concedendoci una sosta solo a Mortara, dove arriviamo affamati.
Proprio in centro paese ci fermiamo da L’Ebbrezza di Noè, un ristorantino grazioso e arredato in modo rustico ma raffinato. I due proprietari, amici di lunga data, ci raccontano di non esser mai stati ristoratori ma, scoprendo questa comune passione per la cucina e la voglia di avere un ristorante, hanno deciso di cambiare vita e seguire il proprio desiderio.
Il menù è molto semplice, senza piatti troppo elaborati. Anzi, ciò che lo distingue sono proprio i piatti della tradizione contadina, tra cui si distingue il salame d’oca, salume per il quale Mortara è molto famosa.
Vino rosso per accompagnare, ravioli al sugo e un po’ di baccalà, mentre ascoltiamo la storia di una vocazione che per Luca e Maurizio è diventata realtà. Difficile non lasciarsi appassionare da storie simili, vicende in cui vedo riflessa l’immagine di me quando, avendo da poco aperto il blog, venivo schernito da chi mi diceva che stavo perdendo tempo.
Ma il tempo da ragione ai tenaci e la forza di volontà trova sempre la via per arrivare al traguardo.

Salutiamo Mortara nel primo pomeriggio e voliamo verso Milano concedendoci solo una piccola sosta a Vigevano per immortalare la stupenda Piazza Ducale, la terza piazza più bella d’Italia.
Intrepidi ci intrufoliamo fra il traffico milanese per scoprire che l’ape calessino è un ottimo mezzo per divincolarsi da quasi tutti gli ingorghi. Quasi stupiti attraversiamo la città agilmente e arriviamo al nostro traguardo, la sede Karambola di Milano, con un leggero anticipo.
Il comitato di benvenuto non si aspettava che arrivassimo così presto e così siamo stati noi a fare una sorpresa a loro, l’entusiasmo alla vista del calessino incontrare il suo gemello che ha seguito un altro itinerario è stata grande, tanto che tutti i presenti, dopo averci lasciato scaricare il bagaglio, cominciano a farsi fotografare e provare il calessino avanti e indietro per lo stretto viale del palazzo.
Noi vorremmo fermarci per l’aperitivo, ma purtroppo ci aspetta un treno e così il nostro viaggio in ape calessino per Karambola finisce, un’altra avventura che mi lascia un carico di emozioni e sensazioni da metabolizzare, ricordi di momenti che sempre porterò con me.
Il viaggio in ape calessino può essere anche il tuo viaggio, sul sito www.thegira.it trovi infatti le prossime partenze in Italia, in Spagna e in Francia. Se decidi di partire ricordati di scrivere che li hai conosciuti su Viaggia e Scopri, faremo in modo di recapitarti un omaggio da parte nostra.
Buon viaggio in ape calessino!!!

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