Era il 2006 e organizzando il viaggio di nozze, io e Valentina decidiamo di realizzare un sogno e organizzare un viaggio in Cina. Sarebbe stato un viaggio organizzato, meglio non avere imprevisti in luna di miele, e avremmo toccato diverse località molto importanti: Suzhou, Shanghai, Guilin, Xi’an, Beijing e Chengde ti dicono nulla?
Ma andiamo per gradi, voglio prima raccontarti la mia storia di viaggiatore fino a oggi, e se non te ne frega nulla o vuoi subito scoprire la mia Cina allora puoi scorrere fino al paragrafo successivo.
Puoi trovare tutta la mia galleria fotografica sulla Cina cliccando qui per aprire l’articolo dedicato.
La mia evoluzione da viaggiatore (in breve)
Se vuoi saltarla clicca qui per leggere subito Organizzare il viaggio in Cina
Spero un giorno di poterti raccontare i miei viaggi in diretta, scrivendo da luoghi lontani ed esotici ma, per il momento, credo sia giusto farti conoscere qualcosa di me e della mia passione: viaggiare!
Come tutti, per vari anni, ho passato le mie ferie in vacanza, dapprima con la famiglia presso i parenti in Sardegna e in seguito con amici, iniziando a scoprire il mondo e i vari paesi, per lo più vicini, che economicamente mi erano accessibili.
Ovviamente la vacanza ci infonde sempre una sensazione di entusiasmo, di curiosità, divertimento e scoperta, e ritengo che ogni mio viaggio abbia sempre appagato perfettamente questi miei sentimenti. Tuttavia restava, ad ogni rientro, la sensazione in fondo di non conoscere effettivamente il paese meta del viaggio trascorso; la consapevolezza che le spiagge siano tutte spiagge, in Italia o alle Maldive, in Egitto o in Messico o Thailandia, differenti di certo tra loro, ma senza il contesto del Paese in cui si trovano son tutte lingue di sabbia lambite dal mare.
La vita nei villaggi turistici poi… animatori e giochi di gruppo, le freccette, tiro con l’arco, karaoke, il gioco aperitivo, la serata a tema e decine di attività per impegnare il tempo e scacciare la noia. E le escursioni organizzate, in branco, seguendo la guida che racconta (ma saran cose vere? magari le inventa? o magari si vuole ci vengano raccontate in questo modo??) e ci fa vedere ciò che è ritenuto sia ‘bello’ vedere…
Insomma. Tutto bello, diverso, divertente ma… quanto di autentico ed unico c’è? Ben poco, se non nulla.
E poi senti i racconti di qualcuno che, partendo all’avventura, ha viaggiato su un bus con le galline, è stato ospitato a dormire a casa della gente del posto, gentile e ospitale che per cena ha preparato aragoste fresche o il cous cous ‘originale’ e impareggiabile cucinato dalla ‘Mamy’ di famiglia…
E ti dici che tu, nella tua vacanza, a parte il mare, i negozi di souvenirs e quel museo dove ti hanno scaricato col pulmino, non hai visto nulla della vita, della cultura, della gente e delle tradizioni del luogo.
E quando sei stufo di sognare e pensare che gli altri han qualcosa che forse tu non avresti per viaggiare in quel modo, senza prenotare, senza nessuna certezza, senza sicurezze. Dove dormiresti? Dove mangeresti? È così comodo avere il braccialetto All Inclusive e servirsi al buffet con tutti gli altri vacanzieri della settimana.
Ma in fondo pensi… È UNA PALLA MOSTRUOSA!!!
Ecco perché ci siamo detti basta! È ora di cambiare, è ora di Viaggiare!
Organizzare il viaggio in Cina
Ansiosi di visitare un paese così lontano, ammantato di mistero fin dai tempi de ‘Il Milione’ di Marco Polo, abbiamo deciso, prima di tutto, che in un viaggio in Cina non potevamo non vedere i panda, profondamente legati al loro habitat e introvabili in qualsiasi altra parte del mondo se non in cattività.
La città che meglio permette di vedere questi unici animali è Chengdù, dove decidiamo di estendere il nostro soggiorno prima del rientro a casa.
E così, leggendo la mia guida turistica, perché un po’ di informazione di base fa sempre bene, scopro che, poco distante da Chengdù, in una città chiamata Leshan, si trova il Buddha più grande al mondo, alto ben 71 metri, situato in un parco naturale dedicato al culto del buddhismo.
Informatomi presso l’agenzia scopro che andare fino a Leshan, visitare il parco e rientrare a Chengdù in serata ci sarebbe costato 360,00€ a testa. Osservando la mappa mi dico: ‘Caspita, eppure non sembra così tanto distante da Chengdù!’
Comincio a fare ricerche su internet (distanze chilometriche, disponibilità di trasporti pubblici, opinioni dei viaggiatori che già avevano calcato quella strada) e mi rendo conto che raggiungere il parco non sembra così dispendioso in denaro, perché a questo punto non ci possiamo andare per conto nostro?
Certo la Cina è un paese sconosciuto, forse non tutti conoscono l’inglese, ma in fondo basta una buona dose d’intraprendenza e il gioco è fatto!
Inoltre questa sarebbe la prima volta tanto attesa, la nostra prova preliminare per viaggiare senza l’appoggio di nessuno.
La ragazza in agenzia, apprendendo le nostre intenzioni, ha cercato di convincerci a prendere una guida. Inizialmente penso sia per convenienza, poi ho capito che era seriamente preoccupata. Vedendo che nulla ci avrebbe fatto cambiare idea ha cominciato a farci un sacco di raccomandazioni: “È una regione molto interna e saranno tutti cinesi!” “Magari nessuno riuscirà a capirvi, laggiù non conoscono tutti l’inglese, figurarsi l’italiano!” “I cartelli stradali e la segnaletica è tutta in ideogrammi, come vi orienterete? Rischiate di perdervi!”.
Chiamala incoscienza, ma tutto questo infonde in me una frizzante voglia di partire, vivere, vedere e scoprire!
Il viaggio, nel complesso, è stato stupendo! La Cina è veramente un ‘mondo’ che merita di essere scoperto. Le tappe del tour erano molto distanti tra loro, ci muovemmo tramite treno per le tratte più brevi e aereo per quelle più distanti. Le città poi, sono vastissime, in ognuna di esse avevamo una guida ad attenderci che ci avrebbe accompagnati direttamente nei luoghi d’interesse e senza perder tempo inutilmente.
Tutto era stupendo, tutto costruito, e io… non vedevo l’ora che fosse l’ultimo giorno!
Itinerario di viaggio in Cina
I 24 giorni di viaggio sono e saranno sempre scolpiti nella mia memoria, con il senno di poi mi rendo conto che la Cina è talmente diversa dal nostro paese che il primo viaggio tende a frastornarti e difficilmente ti rendi conto se quello che stai vedendo o che ti fanno fare sia costruito oppure autentico.
Di certo le località che ho visitato sono state tutte eccezionali e di molte ho scritto nelle pagine di questo blog.
Atterrati a Shanghai veniamo subito prelevati e accompagnati in stazione, qui prendiamo il treno e partiamo verso Suzhou, città che dista circa 100 Km da Shanghai e dove veniamo accolti da una guida simpaticissima.
Di Suzhou ti parlo in questo articolo, soprannominata anche la Venezia d’Oriente è famosa per i suoi canali, per i giardini e per il Parco dei 10.000 Bonsai.
Lasciata Suzhou ritorniamo a Shanghai per trascorrere un paio di giorni alla scoperta di una delle più grandi metropoli al mondo. Qui la modernità fa contrasto con la tradizione e, mentre il centro città è ricco di giardini, templi e zone storiche dove passeggiare, lungo il fiume puoi contemplare il Bund, costellato di grandi palazzi e rivolto alla moderna e tecnologica città nuova che si estende sulla sponda opposta.
Con un volo interno ci spostiamo poi a Guilin, la città più piccola da noi visitata (solo 700.000 abitanti), situata in un suggestivo contesto naturale nella provincia dello Guangxi.
Solo un paio di giorni in questa località mi bastano per innamorarmene profondamente, la cittadina è gradevole e credo una delle più caratteristiche in Cina, vi sono alcune cose interessanti da vedere e il fiume Li offre spunto per suggestive crociere circondati dai picchi rocciosi ricoperti di foresta (qui puoi leggere la mia esperienza). La notte poi ci regala atmosfere ed esperienze gastronomiche eccezionali, tanto da averne parlato in questo articolo dedicato.
Un altro volo ci porta verso nord, nella calda Xi’an, città dello Shaanxi molto famosa per l’Esercito di Terracotta. La visita a questa meraviglia funeraria è sensazionale, ma non è l’unica esperienza da vivere a Xi’an.
Qui si trova anche la moschea più grande della Cina, alcune interessanti pagode e, la sera, non perderti un’esperienza senza eguali nel ristorante che riesce a servire per cena oltre 69 tipi di ravioli differenti, il tutto accompagnato da uno spettacolo di lirica cinese. In ogni caso Xi’an è la capitale dei ravioli, sopratutto quelli cotti al vapore, e per le strade o nei ristoranti non sarà difficile trovarne per tutti i gusti.
Ancora in aereo ci spostiamo a Pechino, la capitale di questo paese tanto immenso quanto vario e talvolta assurdo. La superficie di Pechino è grande quanto quella del Belgio, ragion per cui non c’è nessuno, nato a Pechino, che abbia visitato tutta la città.
Grande capitale degli imperi del passato, Beijing ci stupisce per i suoi palazzi, per i templi, come il maestoso Tempio del Cielo, e per l’immensità dei luoghi, come la lunghissima Via Sacra. Imperdibile una passeggiata negli Hutong, antichi quartieri popolari, testimoni di un passato che vide nascere la Grande Muraglia Cinese, della quale si può percorrere un tratto partendo proprio da qui. Scopri di più su Pechino in questo mio articolo.
Poco più a nord di Pechino si trova Chengde, città conosciuta perché qui si trova il Palazzo d’Estate, residenza reale dove la famiglia regnante si trasferiva durante i caldi mesi estivi.
La visita al palazzo è molto interessante, il complesso è immerso nella natura e alcuni ponti molto caratteristici fanno da collegamento con le isolette del lago. Dal momento che il tempo abbonda, prima di rientrare a Pechino facciamo una capatina alla Double Tower Hill, una conformazione geologica bizzarra su cui sono stati costruiti due piccoli templi.
Ormai giunti al termine del nostro viaggio, da Pechino voliamo a Chengdù, dove ci aspetta una stupenda esperienza a contatto con i panda che in questa riserva possono vivere protetti e pian piano si riproducono. La visita è estremamente interessante e permette non solo di vedere, a distanza, i panda giganti ma anche di fraternizzare con il panda rosso, un morbidoso orsacchiotto simile a un procione che, a quanto ci dicono, è il vero panda. Chengdù ci regala giornate immersi nella natura e non possiamo non goderne, ma siamo sempre più frementi perché si avvicina l’ultimo giorno, tanto atteso.
Una giornata in viaggio verso Leshan
E l’ultimo giorno è arrivato. Finalmente liberi da qualcuno che ci indirizzi, facendo affidamento solo su noi stessi, è stata una giornata davvero unica… il giorno in cui scoprii la ‘mia’ Cina!
Partiti alle 6.30 del mattino dall’hotel di Chengdù ci siamo recati alla stazione dei bus poco distante. Ebbene, non sapevamo cosa poterci aspettare, ma siamo rimasti davvero meravigliati!
La stazione dei bus di Chengdù pareva quasi uno scalo aeroportuale, allo sportello una gentile ragazza, nonostante parlasse poco inglese, ci ha fornito orari e spiegazioni riguardo alla percorrenza, scrivendo il nome delle città in ideogrammi in modo che potessimo confrontarli con quelli sui cartelli.
Alle 7.00 precise il bus era in partenza, entrando nella ‘hall’ dove si trovavano tutti i gate, un ragazzo, dopo averci controllato i biglietti, ci ha indicato da quale saremmo dovuti partire. In prossimità dell’uscita un’altra ragazza, ricontrollando i biglietti, ci ha fatto segno di proseguire verso il bus dove una ‘hostess’, dopo averci strappato il biglietto ci ha fatti salire e accomodare nei posti a noi assegnati.
Che dire… 4 controlli per prendere un bus. Impossibile sbagliare!!!
Il viaggio verso Leshan è durato esattamente 1 ora e 30 minuti, come ci era stato detto. All’arrivo siamo scesi in una piazzetta in periferia dove ci aspettava la navetta, che fa spola qui tutto il giorno, che ci avrebbe accompagnati fino al parco.
Costo complessivo 0.60€ per il bus più 1.00€ per la navetta a testa!
Scendendo davanti all’ingresso del parco ricordo che i portoni non ci avevano colpito granché, forse in quel momento pensai di aver fatto tanta strada inutile. Appena dentro i portoni, dietro un vetro, una anziana signora ci saluta (in cinese) dandoci il benvenuto, era la bigliettaia. Il biglietto d’ingresso ci è costato 10.00€ a testa.
Varcata la soglia ci ritrovammo in un ambiente unico. Quasi istantaneamente siamo pervasi da una sensazione di profonda quiete, davanti a noi una sobria statua del Buddha in stile thai osserva un bivio: due sentieri che si addentrano nella foresta.
Indecisi ci incamminiamo verso sinistra, il silenzio unito al rumore della natura ha qualcosa di magico tra gli esili tronchi della bassa vegetazione. Dopo circa cinque minuti di camminata immersi nel verde, uscendo dal bosco ci si para davanti un panorama di verdi colline discendenti in una piccola valle. La collina davanti a noi ha qualcosa di strano però, come delle incisioni sulla roccia che fanno capolino tra le chiome degli alberi. Ci vuole un attimo per realizzare che lungo tutta la collina è scolpito un Buddha serenamente disteso. È immenso!
Solo allora ho sfogliato l’opuscolo preso all’ingresso. In un inglese un po’ pacioccato spiega che quello davanti a noi è un Buddha lungo ben 171 metri, considerato il Buddha coricato più grande del mondo. Sotto di esso una serie di gallerie e grotte ospita svariate sculture, affreschi e incisioni raffiguranti le vicende della sua vita.
L’intero parco è una scoperta continua, una rilassante passeggiata tra i sentieri e le colline ammantate di vegetazione e, qua e la, statue e raffigurazioni sacre provenienti dalle varie culture orientali.
Davvero notevole è la grotta dedicata ad Avalochitesvara, dea della magnanimità, sempre pronta ad aiutare i bisognosi. Al suo interno la dea è incisa con le braccia aperte e ricopre l’intera parete della caverna, uno spettacolo davvero suggestivo nella luce rossastra e tremolante delle candele.
La camminata si snoda lungo ponticelli sospesi, antichi edifici avvolti dal verde, pagode che fanno capolino tra le chiome degli alberi. Attraversando una piazzetta circondata da pittoresche costruzioni si prosegue risalendo una ripida e lunga gradinata, la dalla cima, un altro Buddha, tipicamente in stile cinese, osserva sorridente dall’alto i visitatori.
Al culmine delle visita raggiungiamo il punto più alto di questa montagnola. Qui si trova un piazzale e subito ci colpisce il gran numero di gente, alcune bancarelle sono ai margini di quest’area e ne approfittiamo per fare uno spuntino. Ragazzi, il cibo originale cinese è fantastico e costa veramente niente!
Tutti i presenti si affollano verso una balconata e, incuriositi, ci avviciniamo per vedere meglio.
Lo spettacolo che ci si presenta è mozzafiato. Di fronte a noi, la città di Leshan, sull’altra sponda dell’ansa del fiume, si distende a perdita d’occhio. Diverse imbarcazioni, silenziosamente navigano sulle calme acque di un vasto bacino formato dalla confluenza dei fiumi Minjiang, Dadu e Qingyi.
Sotto ai nostri piedi, Buddha, osserva la città dal suo trono di roccia.
Ci colpiscono le sue imponenti dimensioni, le persone sembrano puntini vicino alle sue orecchie alte 7,5 metri. Nella sua totalità Buddha è alto 71 metri ed è considerato il Buddha più grande del mondo.
Una scalinata permette di scendere lungo i suoi fianchi e raggiungere i suoi piedi sulla riva dei fiumi. Le persone si spingono e, in fila, discendono i gradini. Ci vuole pazienza e sopportazione, ma ne vale assolutamente la pena.
Cerchiamo qualcuno che ci possa dare informazioni, ci guardiamo intorno e… sono tutti cinesi!
Dopo vari tentativi (nessuno riusciva a capire l’inglese) a un ragazzo chiediamo se ai piedi del Buddha ci fossero dei battelli per raggiungere la città. Lui assentendo con la testa ci risponde:”Yes, yes, yes!”.
Mentre ci mettiamo in coda ci imbattiamo in una famiglia americana, papà, mamma e figlia che sembrano spersi, anche loro non riuscivano a farsi comprendere. Siamo gli unici 5 individui non cinesi nel parco.
La discesa è stata piuttosto rapida, questo Buddha è davvero impressionante da ogni punto in cui lo si guardi.
Purtroppo però, non ci sono battelli ai suoi piedi, solo un’altra scalinata che, passando all’interno di cunicoli scavati nella roccia lungo il fiume, risale fino al piazzale.
A quel punto ci accorgiamo di quanto sia tardi, manca poco alla partenza del bus di rientro a Chengdù e non possiamo perdere la coincidenza verso l’aeroporto perché a Shanghai ci attende il volo per l’Italia.
Torniamo a Leshan con un taxi, 5.00€ la corsa, e da qui con il bus a Chengdù. Rientrammo in hotel alle 17.30, il tempo di prelevare i bagagli e ripartimmo per l’aeroporto.
Siamo entusiasti, continuiamo a parlare di tutto ciò che abbiamo visto e dentro di noi pensiamo: “Ce l’abbiamo fatta!!!”
Questa fu la prima di molte avventure di viaggio, e ancora non mi sono stancato.
Per informazioni più dettagliate su questo mio viaggio in Cina non esitare a contattarmi, sarò lieto di aiutarti.
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Artemisia… viverlo dal vivo è assolutamente un emozione unica!!! 🙂
wow ..già da foto e descrizione sembra fantastico!