Rientrato dal mio viaggio in Nepal penso ai giorni passati e fatico quasi a capire da quanti giorni sono arrivato a casa. Sarà già una settimana? Sono talmente colmo di sensazioni ed emozioni da faticare a mettere a fuoco tutte le bellezze, stranezze e i contrasti visti durante queste 8 giornate di itinerario nei dintorni di Kathmandu. Tra il caos cittadino e la natura prorompente della foresta, tra la vita rurale e la confusione fatta di tradizioni e folklore che si può trovare nei templi, sopratutto in quelli induisti.
Il Nepal è stato una vera sorpresa. Un viaggio molto diverso da come me lo ero aspettato. A partire dal clima, che avevo immaginato freddo e montano, ma che si è rivelato molto caldo, quasi tropicale. Il termometro ha toccato picchi di oltre 30°C che ho apprezzato decisamente, essendo io un amante dell’estate.
Naturalmente non tutto il Nepal gode di queste temperature. La zona centrale (la valle di Kathmandu, il Parco Nazionale del Chitwan e la zona di Pokhara) è compresa tra un’altitudine che varia tra i 250 m s.l.m. della giungla chitwanese e gli oltre 1300 metri della capitale.
La vicinanza all’equatore, maggiore rispetto a quella del nord Italia, fa si che il clima sia decisamente più caldo durante tutto l’anno. Tanto che a Kathmandu, in inverno, si scende sotto gli zero gradi molto di rado.
I paesaggi dell’Everest, della neve e delle quote dove l’aria è rarefatta sono ben lontani dalla situazione dell’area che ho avuto modo di visitare. In questo articolo ti voglio parlare di cosa vedere in Nepal ripercorrendo il mio viaggio.
Quando andare in Nepal e alcune impressioni
Spesso ci si domanda quando andare in Nepal e, personalmente, credo che ogni stagione abbia il suo fascino. Tuttavia il periodo invernale può avere clima rigido e precipitazioni più frequenti e, viste le strade nepalesi, io eviterei. La primavera e l’estate donano verde e colore alla natura, inoltre il clima è sempre più gradevole, anche se in estate nella valle di Kathmandu può essere un po’ eccessivo. Anche l’autunno può essere una buona stagione, ma ricorda che più ci si avvicina all’inverno e più il clima può essere ostile.
Ciò che più colpisce chi giunge in Nepal per la prima volta è la grande gentilezza delle persone, sempre cordiali, sorridenti e disponibili. Sono pronte ad aiutarti nel caso si accorgano tu sia disorientato. Evenienza frequente dal momento che la maggior parte delle strade non ha un nome e che gli indirizzi vengono spesso indicati in base al nome degli incroci stradali. Gli incroci fungono da punti di riferimento nella giungla cittadina.
La città di Kathmandu è un’inebriante turbinio caotico, fatto di gente e veicoli sempre in movimento. Persone e macchine si aggrovigliano per le strade senza un’apparente regola comune. Una confusione che sembra regolata dal ritmato rintocco dei clacson, utilizzati come segnale dagli autisti per avvisarsi e aiutarsi a vicenda nei sorpassi, negli ingorghi o in qualsiasi altra occasione in cui un clacson possa essere utile.
Meglio con un’agenzia o il fai da te?
Ovviamente perdersi in tutto questo è parte del divertimento di un viaggio in Nepal. Ma nel caso, come nel mio, il tempo a disposizione sia limitato, allora una buona guida può fare la differenza, sveltire le percorrenze e aiutare ad orientarsi meglio.
Questi otto giorni di viaggio sono stati possibili grazie all’organizzazione di un tour operator che ha esperienza di lunga data in Nepal, i Sentieri di Nuove Esperienze, e l’agenzia Forza Sette Viaggi, che puoi trovare anche sul sito www.nepalroutes.com.
Inoltre, se stai organizzando un viaggio in Nepal, ti consiglio di leggere anche il mio articolo sulle migliori escursioni da fare a Kathmandu.
Per approfondire la conoscenza del Nepal prima della partenza ti consiglio di acquistare una buona guida del Nepal, io solitamente prendo le guide Lonely Planet. Inoltre ho preparato una lista Amazon sul Nepal dove puoi trovare altre guide, testi e articoli interessanti.
Viaggio in Nepal, la valle di Kathmandu
La valle di Katmandu è la vallata dove si trova la capitale della nazione. È una zona stretta tra i monti che, secondo le leggende, un tempo ospitava un lago che venne fatto defluire quando il bodhisattva Manjusri, con un colpo di sciabola, creò la gola di Chobar.
La città, fortunata della ricchezza della valle, si è sviluppata velocemente e senza un controllo ben definito. Questo motivo ne contraddistingue la caoticità urbana. Negli anni, espandendo i suoi confini, ha inglobato i vicini centri di Patan, Thimi e Bakthapur, più altri villaggi minori.
Ciò che contraddistingue quest’area è la grande quantità di templi e edifici sacri. Le strutture sono concentrate principalmente nei centri storici delle principali città, ma non è insolito trovarne anche agli incroci delle strade o in particolari località della zona.
La città di Kathmandu in particolare, è un mix di cultura buddhista e induista. Molto spesso i fedeli usano pregare in uno o nell’altro tempio in base alla divinità o al peccato che devono espiare.
Se cerchi online è possibile trovare vari tour e escursioni alla scoperta di Kathmandu e della vallata. Prenota online se vuoi organizzare il tuo viaggio in autonomia.
I magnifici templi di Kathmandu
I templi buddhisti, come è loro prerogativa, infondono un senso di pace interiore. Queste sensazioni mi pervadono visitando il Swayambhunath (il Tempio delle Scimmie) o il Boudhanath, oggi ancora segnato dal crollo dello stupa principale durante il sisma del 2015.
La cultura induista, per certi versi pervasa di misticismo e folklore, raggiunge invece livelli di spiritualità e coscienza che spesso vanno compresi, o accettati, in quanto frutto di una cultura forte e molto sentita in Nepal. Una visita al Dakshinkali Mandir, osservando la fila di fedeli armati di doni alimentari, floreali o animali da offrire alla sanguinaria dea Khali, è un’esperienza che inebria e frastorna i sensi. Preparati a vivere emozioni lontane dalla nostra cultura a tal punto da renderti conto che non vi è modo di capirla, ma è necessario accettarla.
Sensazioni analoghe si possono provare lungo le sponde del fiume sacro, il Bagmati, dove si trova il Pashupatinath. In questo tempio il ciclo vitale giunge al termine e vi si trovano alcune aree destinate alle pire per la cremazione dei defunti.
La meravigliosa architettura dei centri storici
Il centro storico si sviluppa attorno a Durbar Square, un salto nel passato tra templi risalenti al XVII secolo. È un intrico di viuzze strette e polverose dove si può apprezzare lo scorrere della vita quotidiana della città.
Allo stesso modo la città di Patan è un vero tesoro architettonico. Sebbene si presenti provata dal sisma, Patan è ancora magnifica ai nostri occhi. Poco più distante da Kathmandu si trova Bakthapur, altra destinazione incantevole, seppur molto toccata dal turismo che le conferisce un’aria più artefatta. Di certo visitarla il 14 aprile 2016, giorno del capodanno nepalese, il primo giorno del 2073, mi ha permesso di vederla al massimo della vita. Tra bande musicali, danze locali e infiniti mercatini di prodotti provenienti dalle periferie, anche Bakthapur ci ha rapiti con la sua vitalità.
Puoi scoprire le meraviglie del centro storico e dei templi di Kathmandu con una visita guidata. Dai uno sguardo a questo tour in visita ai 7 siti patrimonio UNESCO di Kathmandu.
Il Chitwan National Park
Posto più a sud, immerso nella foresta, si trova il Chitwan National Park. Questo parco nazionale è una destinazione ideale per soggiorni nella natura, per l’escursionismo e la disintossicazione dal caos cittadino.
Abbiamo soggiornato al Machan Country Villa, una struttura in stile safari dotata di lodge inseriti in modo molto ecologico nell’ambiente. L’intera struttura è alimentata in modo sostenibile. La corrente è prodotta da pannelli solari, l’acqua calda viene scaldata con energia solare. Insomma, qui vige il massimo rispetto per la natura.
Appoggiarsi a una struttura locale è necessario nel caso in cui si voglia fare qualche escursione nella natura. Finché si desidera visitare il villaggio, probabilmente, una passeggiata da soli può essere fatta in tutta sicurezza, ma se si desidera addentrarsi nella giungla e vedere la fauna locale è necessario un ranger che ti faccia da scorta.
Puoi prenotare il tuo safari nel Chitwan anche online, dai uno sguardo a questo safari del Chitwan di 3 giorni in formula pensione completa.
Il Chitwan National Park è l’habitat ideale per alcune specie uniche al mondo, come il rinoceronte unicorno e la tigre del Bengala. Animali che, per ragioni di territorialità, possono diventare pericolosi.
Vista la vicinanza dei corsi d’acqua non è raro incontrare anche i coccodrilli, alcuni dei quali possono essere pericolosi. Il consiglio è quindi sempre di avere la testa sulle spalle e affidarsi a degli esperti.
L’elefante è la nostra guida nel parco
Se lo si desidera è possibile effettuare un safari a dorso d’elefante. So che molti saranno scettici a riguardo, ma abbiamo visto personalmente l’amore e la cura che gli allevatori impiegano per prendersi cura di questi pachidermi. Queste creature, non potendo vivere allo stato selvatico, necessitano di fare movimento e attività stimolanti nel rispetto della loro natura.
Utilizzati da secoli come animali da soma, gli elefanti sono il metodo ideale per poter avvicinare i rinoceronti unicorno. Questi esemplari sono timidi e si nascondono tra la giungla se vengono avvicinati dalle jeep. Allo stesso modo, anche se molto difficile, è possibile avvistare le tigri.
Il top del Chitwan, oltre la visita ai villaggi Tharu dove riecheggia la dolcezza accogliente di donne e bambini con il loro saluto ‘Namasté‘, resta per me la navigazione sul fiume Narayani. L’esperienza si svolge lungo un tratto di barca semplice, senza troppe rapide, che permette di sentire il sereno scorrere delle acque. In queste stessa acque è possibile osservare gli elefanti giocare e farsi il bagno o, talvolta, incrociare qualche coccodrillo a pelo d’acqua o adagiato sulla riva.
Se ne avrai l’occasione è imperdibile il tramonto lungo le sponde del fiume, opportunità di vivere questo ambiente a 360°.
Pokhara e l’alba sull’Annapurna, viaggio in Nepal
Dalla giungla ai monti, un trasferimento di quattro ore sulle strade trafficate e polverose del Nepal, ci ha portato a Pokhara. La citta è decisamente toccata dal turismo, famosa per i suoi sette laghi e per la vicinanza ai monti, in particolare al massiccio dell’Annapurna.
Pokhara è una città piacevole e viva, ricca di alternative per il soggiorno adatte a tutte le tasche. Noi abbiamo soggiornato al Temple Tree Resort & SPA, una struttura di categoria decisamente elevata che mantiene dei costi comunque accessibili.
Come ho accennato poco fa, una tappa a Pokhara non può mancare di una visita a uno dei suoi laghi. Il più vicino al centro (e anche molto gettonato) è il Lago Phewa, il secondo lago più grande del Nepal e più grande tra i laghi di Pokhara. Questo lago lascia senza fiato per i contrasti cromatici tra le sue scure acque e le coloratissime barche di legno che fanno la spola tra le sue rive e il Tempio Tal Barahi. Situato sull’isola al centro del lago si trova, infatti, un piccolo tempio dedicato alla divinità indù Vishnu.
Una grandissima attrattiva di questa località è la possibilità di assistere all’alba sul massiccio dell’Annapurna, un evento che attira ogni giorno decine di turisti e curiosi.
La salita a Sarangkot per vedere l’alba
La località dove meglio si gode di questo spettacolo, che consiglio di vedere in una giornata di cielo terso, è Sarangkot. Si trova a est di Pokhara e a 1600 metri di altitudine. Per avvantaggiarsi è meglio salire molto presto. Lungo il percorso si trovano due o tre terrazze panoramiche e, se non si arriva per tempo, è possibile che la folla di curiosi occupi tutti i posti con la vista migliore lungo il parapetto.
Il cielo che si schiarisce, la Pinna di Pesce che si delinea tra le nubi che ne ammantano la vetta, il sole che sorge e illumina le cime. Queste sono alcune delle cose che rendono magico questo istante.
La città di Pokhara è poi molto nota anche per i suoi templi buddhisti. Qui molti tibetani si sono rifugiati durante la loro fuga dalla sottomissione cinese e oggi vivono tramandando la loro cultura, la lingua tibetana e uno stile di vita monastico. È affascinante vedere come le tradizioni stiano via via cambiando a contatto con i tempi moderni.
Bakthapur, Bungamati e i segni del terremoto in Nepal
Per chiudere un itinerario ad anello e tornare verso Kathmandu, dove si trova l’unico aeroporto internazionale del Paese, una buona idea è quella di visitare Bakthapur. Questa città è ormai quasi fagocitata dall’espansione dei confini della capitale. Anch’essa è famosa per le grandiosità architettoniche di templi e palazzi che ne caratterizzano il centro.
Toccata dal sisma dell’aprile 2015, Bakthapur è stata in parte danneggiata dal terremoto. I segni sono ancora visibili, non tanto per gli edifici crollati (ce ne sono, incastonati tra quelli che hanno resistito alla scossa) ma più per i tanti puntali piazzati a rinforzo della stabilità di templi e stupa che non si sono sgretolati. Sulle loro facciate è possibile vedere le crepe o le cicatrici di parti ornamentali cadute.
Il piccolo villaggio di Bungamati
A pochi chilometri di distanza si trova Bungamati, un villaggio dove i segni del cataclisma sono ancora ben evidenti. È situato vicino a Khokana. Entrambi questi centri abitati hanno subito ingenti danni dal disastro e la perdita di vite umane, qui, è stata tra le più alte registrate a seguito del terremoto. È possibile visitare Khokana e Bungamati con un tour guidato da Kathmandu.
Bungamati oggi è un villaggio segnato e stuprato da questi avvenimenti. Nonostante tutto le persone non smettono di essere sorridenti e guardare giorno per giorno avanti, con dignità, per continuare e ricominciare a vivere. Gli edifici sono in fase di ricostruzione, lungo le strade non si contano le pile di mattoni crudi (e friabili) che attendono di dar vita a nuove case. Tra di essi i bambini giocano rincorrendo la ruota, tirando i sassi secondo una regola non ben definita o impilando le macerie, come fossero mattoncini di un gioco in scatola.
Tutto questo è stato il mio viaggio in Nepal, reso possibile da www.nepalroutes.com, un viaggio tra i contrasti e le meraviglie di un mondo che, ora, non manco di ripensare ogni mattina al risveglio.
Mi piacerebbe tantissimo poter partire e andare anche una sola settimana in Nepal, sicuramente sarebbe un viaggio mistico pieno di colori ed emozioni. Tutto ciò di cui avrei bisogno ora! Ma il tuo racconto, per ora, mi ha colorato la giornata! Grazie!
Ciao Stefania e grazie del commento.
Come ben dici il Nepal è un paese che riesce a regalare profonde emozioni, si rientra a casa con un profondo senso di cambiamento interiore.
Ti auguro un giorno di poterlo visitare e, quando sarà, torna a raccontarmi la tua esperienza! 🙂
Gian
Noi in Nepal ci siamo stati prima del terremoto e quando è successo ci è caduto il mondo addosso, una popolazione splendida, davvero. Un viaggio in Nepal si deve solo vivere, c’è poco da fare. Noi abbiamo amato il Nepal oltre per le persone anche e soprattutto per le sue montagne; per chi è amante delle montagna un trekking in Nepal è qualcosa che va aldilà del viaggio, è qualcosa di speciale.
Se c’è un posto dove vorremmo tornare, in cima a tutti ci va sicuramente il Nepal. Unico, davvero. Ciao 🙂
Ciao ragazzi, grazie per il vostro commento! Hai ragione, il Nepal si deve solo vivere, ogni racconto ne sminuisce la bellezza e le emozioni! A presto e grazie per seguirci! 🙂
Vedendo le foto mi era venuta una gran voglia di andare in Nepal e ora, con questo meraviglioso reportage, la voglia si fa più insistente! Che invidia per il tuo meraviglioso viaggio!
Grazie Silvia per le tue parole, il Nepal è un’esperienza che non si può scordare, è qualcosa che ti resta dentro e che diviene parte del proprio bagaglio da viaggiatore. Un abbraccio 🙂