Forse non tutti lo sanno, ma nella provincia di Torino, per non trascorrere la solita domenica, è possibile visitare ben 19 siti di importanza storica per il torinese. Si tratta di castelli e dimore appartenenti a famiglie nobiliari o dell’alta borghesia oggi aperte al pubblico. A Marentino si può prendere parte alla visita a Casa Zuccala, di cui ti parlo in questo articolo.
Le 19 residenze reali fanno parte di un itinerario di valorizzazione della provincia proposto da Turismo Torino, in una giornata ho avuto modo di visitare due di questi siti: al mattino Casa Zuccala e nel pomeriggio il Castello di Pralormo.
Raccontare tutto in un singolo articolo non sarebbe possibile, preferisco descrivere questa magnifica esperienza con la dovuta calma, senza la pretesa di fare da guida. Sperando però che le mie parole possano farti capire quanto questi luoghi mi siano piaciuti e quanto meritino di essere visitati.
Marentino e i rebus stradali
Giungendo nel piccolo paese di Marentino, a circa 20 Km dal capoluogo torinese, quel che più mi colpisce è la quiete e la semplicità del centro abitato, forse perchè spesso scordiamo che la provincia torinese conserva angoli incontaminati e veri tesori storico culturali da scoprire.
Marentino si presenta come un placido paese di collina, lungo le cui strade tranquille scorgiamo vari murales che decorano le pareti esterne degli edifici. Un paese di artisti come ce ne sono diversi nel torinese, ma qui gli affreschi non sono semplici immagini: stellette nere, lettere e una serie di numeri intervallati da virgole ne definiscono il fine specifico, si tratta di rebus.
Sono curioso per natura e già vorrei sapere quali sono le soluzioni dei due rebus che si vedono in prossimità dell’ingresso di Casa Zuccala, ma osservando bene intravedo altri rompicapi che decorano la via che risale verso il centro del paese. Insomma, capisco di non avere tutto questo tempo, ma di certo ci saranno occasioni di tornare per sfidare la mia capacità logica nella loro soluzione.
Visita a Casa Zuccala
Vista dal lato strada, Casa Zuccala, si confonde quasi con le altre case che sorgono lungo la via, se non fosse per la particolare decorazione della facciata che ne denota l’appartenenza a una famiglia facoltosa.
Passando da un cancello laterale accediamo al giardino, dove la famiglia Vanetti ci accoglie lungo un profumato vialetto di rose fiorite. È qui che conosciamo il signor Guido Vanetti, la sua consorte e la figlia Laura che si occupano di Casa Zuccala oggi.
Questa storica dimora risalente al XVII secolo è una testimonianza fedelmente restaurata delle tipiche ‘vigne’, le residenze borghesi di campagna che le famiglie possedevano tra il ‘600 e l’800.
La bellezza della corte, della quale scopriremo di più durante la seconda parte della visita, ci può far solo immaginare quale fosse il fasto e il prestigio posseduto dalla famiglia Zuccala, dinastia di grandi proprietari terrieri, che svolse un importante ruolo nella società locale.
Visita delle sale interne
Dopo un caffè di benvenuto offerto dai proprietari, Laura Vanetti ci accompagna nella visita degli interni che purtroppo, a scopo di tutela, non sono fotografabili.
I differenti stili d’arredo che differenziano le sale dimostrano il legame della famiglia Zuccala con la propria terra, che viene rispecchiato dai dipinti e dalle suppellettili.
Ogni stanza presenta un tema differente: abbiamo così l’ebanisteria con tema miniato, mobilia di pregio che riporta i tipici intagli a punta di diamante, oppure le terracotte di Castellamonte presenti in grande quantità grazie alla passione di Ignazio Zuccala che ne fece incetta per la propria collezione.
Passando davanti all’ingresso principale si riconosce la tipica disposizione delle case dell’alta borghesia del tempo. Di fronte alla porta una scala conduce al piano superiore ove si trovava la zona notte, alla destra si trova un salotto in cui si accoglievano gli ospiti, mentre alla sinistra si ha lo studio, la cui grande biblioteca ancora in buono stato oggi raccoglie una mescolanza di antichi volumi, opere più moderne e una collezione di antichi quotidiani tra cui una simpatica vignetta satirica risalente ai tempi di Camillo Benso Conte di Cavour.
Dopo la graduale estinzione della famiglia Zuccala la residenza andò incontro a un periodo di totale abbandono durante il quale si verificarono episodi di sciacallaggio da parte di ladruncoli che depradarono lo stabile di un’ingente parte del suo patrimonio di beni.
Quando la famiglia Vanetti ne acquisì la proprietà ebbe inizio una vasta operazione di restauro durante la quale, tramite vari documenti di compravendita rintracciati sul territorio, gran parte del patrimonio trafugato venne rintracciato e restituito o riacquistato da Casa Zuccala.
La nostra visita di Casa Zuccala, che non racconto nella sua completezza per lasciarti il gusto di scoprirla, termina sul terrazzo, luogo dal quale si gode uno spettacolare panorama su tutta la campagna circostante e anche oltre.
Particolare in contrasto con il generale stile della magione è la facciata interna, rivestita con decori lignei, che risale al restauro del 1800 e che fu realizzata per il gusto personale dell’allora proprietario, uno degli ultimi discendenti di casata Zuccala, ispiratosi allo stile del sud Tirolo.
Scopriamo il parco aromatico
Dopo la visita della residenza andiamo a scoprire l’interessante passione del signor Guido che ci accompagna alla scoperta del vasto giardino collinare di proprietà di Casa Zuccala.
La grande passione del signor Vanetti per le erbe aromatiche l’ha spinto a creare nel parco una vera e propria piantagione di aromi tra i quali ci guida con fierezza e dei quali ci spiega la biodiversità, ovvero la caratteristica che differenzia vari esemplari di una stessa specie in base alla zona geografica di provenienza.
La nostra ‘lezione’, e mi piace definirla in questo modo in quanto estremamente interessante, comincia dalla spirale delle mente, una parte di giardino con 103 varietà di menta disposte lungo un percorso a spirale e suddivise in base alle differenti tipologie di menta e dalla loro origine.
Scopriamo così che vi sono mente dall’aroma differente e, oltre alla più nota menta piperita, alcune varietà odorano fortemente di mela o di cannella. L’aroma infatti varia in base alle caratteristiche della pianta, volte ad attirare o meno determinati tipi di insetti utili alla continuazione della propria specie.
Altre varietà di menta sono ibridi ottenuti dall’incrocio di mente spontanee, spesso realizzati dall’uomo per ottenere piante più resistenti o dalla fragranza più intensa, ma talvolta nate spontaneamente dall’incontro di due tipi di menta provenienti da territori differenti.
Guido sposta la nostra attenzione su una pianta che cresce in vaso, rigogliosa e prospera, egli ci spiega che si tratta di una pianta di caffè che nella stagione invernale viene portata al riparo dal freddo. Il caffè non sopravvive a temperature inferiori ai 12°C, ma in questi ultimi anni, esclusi i mesi più freddi, questa pianta trova le giuste condizioni per crescere e fruttificare, indice del fatto che il clima locale si sta via via tropicalizzando.
Il nostro tour di profumi si sposta alle salvie, differenti varietà, diverse per le dimensioni delle foglie o per la forma e dimensione dei fiori, oltre che per l’aroma.
L’avventura continua lungo la collina
Accediamo al secondo cortile dove l’olfatto va letteralmente in tilt annusando i basilici e dove Guido ci parla brevemente delle altre piante qui coltivate, circa 700 in tutto il parco.
La nostra curiosità viene stuzzicata dalla pianta di dittamo, rigogliosa e ricca di infiorescenze colorate, essa si adatta alla maggior parte degli habitat estranei grazie a un olio secreto dalla superficie esterna e da un gas che la avvolge proteggendola.
Una particolarità di tale gas è l’elevata infiammabilità che, se innescata da una fiamma o una scintilla la fa avvampare avvolgendola di fiamme, ma lasciando la pianta indenne una volta che queste si sono estinte.
La credenza popolare vuole che questa sia la pianta biblica trovata da Mosè durante la sua ascesa sul monte Oreb, il celebre roveto ardente con cui il profeta parlò venendo in contatto con Dio.
Ovviamente solo la fede può darci credenza di ciò, nessuno potrà mai obiettivamente confermarlo, ma il fatto che questo arbusto sia originario proprio del Medio Oriente pare rinforzare, seppur sempre per ipotesi, questa teoria.
Facciamo due passi ancora lungo il pendio, il tempo stringe e non ci è possibile visitare tutto il parco, ma di certo una visita effettuata con più calma può soddisfare molte delle curiosità che, osservando tutte queste piante, sorgeranno alla mente.
Qui si può vedere una pianta di vite tra le più antiche attualmente conosciute e si può anche capire come il mutamento climatico stia trasformando semplici piantine o erbette che un tempo crescevano con moderazione in veri e propri infestanti. Come nel caso di una piccola piantina le cui foglie hanno un forte sapore di pepe e che attualmente attecchisce e si espande senza controllo.
Casa Zuccala e il paese di Marentino sono davvero luoghi molto interessanti e mi astengo dal raccontarli completamente poiché ritengo che una giornata in visita qui valga veramente la pena e sia davvero molto piacevole.
La famiglia Vanetti, gentile e ospitale, prima del termine della visita a Casa Zuccala ci offre un aperitivo i cui stuzzicini esaltano gli aromi delle piante coltivate in giardino. Pasteggiamo con vino Cari i cui vitigni sono originari delle terre circostanti.
Peri informazioni a riguardo e per organizzare la visita a Casa Zuccala puoi consultare il sito www.casazuccala.it e ricorda che Turismo Torino propone visite il ben 19 residenze reali dislocate in tutta la provincia.
Belle idee! Peccato che al momento piova sempre…