Con grande piacere ospitiamo uno scritto di Elena Serrani, guida certificata del biellese, recatasi nei giorni scorsi in visita a Rosazza, nella Valle del Cervo, per visitare la Casa Museo dell’Alta Valle del Cervo che ci racconta la vita di un tempo tra questi monti.
Collocato a quasi 900 metri d’altezza, il borgo di Rosazza accoglie il visitatore con le sue architetture in pietra, oggi un mix suggestivo ed eclettico di case tradizionali in pietra e di interventi di fine Ottocento promossi dal senatore filantropo Federico Rosazza Pistolet.
Infatti all’ingresso dal paese troviamo sulla destra, oltre il fiume Cervo, il cimitero monumentale a più livelli, mentre sulla sinistra, dirigendoci verso il borgo, vediamo la chiesa nuova in stile neogotico lombardo. Entrambi prodotto del mecenatismo del senatore a cui l’architetto Maffei diede forma architettonica e decorativa nella seconda metà del XIX secolo.
Lasciamo ora le costruzioni più monumentali, per entrare nei vicoli e strettoie del borgo originario e conoscere più da vicino come si viveva qui a Rosazza e nell’Alta Valle del Cervo in passato.
Visitare la Casa Museo di Rosazza
Per fare questo viaggio indietro nella memoria puoi visitare la Casa Museo, un edificio risalente al ‘700 (ristrutturato poi nel 1876 come indica la data scolpita sullo stipite in pietra all’ingresso) che oggi ospita una ricca collezione di oggetti, strumenti di lavoro, abiti, testimonianze scritte e fotografiche che ci raccontano i vari aspetti della civiltà montana.
L’esposizione si articola nelle varie stanze che costituiscono i 4 piani e il sottotetto dell’edificio. Acquistata dalla comunità montana e aperta nel 1987, la Casa Museo è stata davvero uno dei primi esperimenti di museo etnografico del Piemonte.
Entrando al pianterreno si visita nella prima stanza la cucina, ancora arredata con mobili originari. Oggetti più o meno curiosi decorano la mensola del camino o lo scaffale, come la fiocina a 5 punte per la pesca della trota.
La seconda stanza invece era la piccola stalla, poiché ogni abitazione montana, anche quella delle famiglie più abbienti, prevedeva lo spazio per almeno una mucca, fonte primaria di sostentamento e alimentazione nella dura vita di montagna. Qui sono esposti strumenti agricoli e alcune gerle a intreccio fitto di rami di salici, solitamente provenienti da botteghe artigiane di Camandona.
La terza stanza conserva gli strumenti dello scalpellino: l’Alta Valle del Cervo è stata la culla di speciali maestranze nella lavorazione della pietra, sia nell’estrazione della locale sienite sia nell’attività svolta in cantieri edilizi italiani e stranieri.
Lungo la scaletta che ci porta al secondo piano infatti sono esposte fotografie d’epoca dei grandi cantieri a cui impresari e artigiani locali hanno partecipato: la diga di Assuan, l’arsenale di La Spezia, la ferrovia Centovalli, il Palazzo di giustizia di Roma, ecc…
I mestieri della valle al secondo piano della Casa Museo
Le testimonianze delle attività all’estero e in altre zone d’Italia proseguono nella prima stanza al secondo piano, attraverso immagini e documenti dell’Ottocento.
La seconda stanza è dedicata alle Società Operaie di Mutuo Soccorso di Piedicavallo e Rosazza che furono fondate nel secondo Ottocento, con lo scopo appunto di sostenere gli artigiani e le loro famiglie.
La terza stanza era una cucina dedicata alla lavorazione dei latticini e si è deciso di richiamare questo impiego esponendo gli attrezzi tipici della produzione del formaggio e del burro.
Salendo al terzo piano, lungo le pareti del corridoio e delle scale troviamo esposte alcune immagini del fotografo biellese Egidio Gallo, che ritraggono angoli della valle, negli anni a cavallo tra l’Otto e il Novecento.
L’importanza della donna in Valle Cervo
La prima stanza al terzo piano è dedicata alla donna, che svolgeva un ruolo fondamentale nella vita della comunità. La maggior parte degli uomini infatti, erano costretti all’emigrazione stagionale per lavorare come scalpellini e muratori, assentandosi da marzo a ottobre da Rosazza e dai paesi dell’Alta Valle.
Le donne rimanevano quindi come responsabili della casa, della famiglia, e prestavano anch’esse lavoro nelle cave e nei cantieri locali come portatrici. Qui al museo si conservano infatti le portantine con spallacci usate dalle valligiane per trasportare la pietra dalle cave.
La stanza qui raccoglie fotografie e documenti dotali esposti alle pareti, mentre i mobili custodiscono diversi corredi di biancheria.
La seconda stanza riproduce una scuola di sartoria, mentre nella terza stanza è stata ricreata la camera da letto.
L’istruzione nella vita della valle
Saliti al quarto piano, entriamo nella sala in cui sono esposti una serie di abiti tradizionali, alcuni particolarmente raffinati e provenienti dai corredi delle famiglie più facoltose.
La stanza accanto ha come tema la scuola, e qui è stata ricreata una piccola aula con banchetti di legno, pallottolieri e abbecedari dell’epoca.
L’apprendimento era fondamentale e quasi tutti, uomini e donne, ricevevano un buon livello d’istruzione; tutti dovevano avere almeno i rudimenti della scrittura, anche per mantenersi in contatto coi familiari lontani da casa.
A Campiglia Cervo e Rosazza nell’Ottocento furono create due scuole professionali dedicate all’edilizia, una scelta pionieristica che garantiva la preparazione delle maestranze locali e la continuità del mestiere tra le generazioni.
La terza sala invece è dedicata alla vita in alpeggio nella Valle del Cervo: grazie alle immagini scattate tra gli anni ’50 e ’60 del Novecento da parte dell’architetto Valz Blin, oggi possiamo ancora vedere siti che nel corso del tempo sono andati perduti.
La visita alla casa si conclude nei locali del sottotetto in cui 3 stanze con i muri in pietra viva conservano attrezzi agricoli e della vita alpigiana, in un ambiente suggestivo tipico delle case montane dell’Alta Valle del Cervo.
Ringraziamenti e informazioni
Ringrazio per la disponibilità Emanuele Rolando, presidente della casa museo.
Ringrazio poi personalmente l’architetto Gianni Valz Blin, fondatore e anima del museo, per la gentilezza e la visita guidata alla casa museo, ricca di aneddoti e di storia di Rosazza, delle sue genti e di una vallata che davvero merita di essere scoperta.
Per chi vuole visitare la Casa Museo dell’Alta Valle del Cervo, ecco i dettagli:
Indirizzo: Rosazza – via Pietro Micca, 25
Apertura: dal 2 giugno al 13 ottobre, alla domenica 10.00-13.00 / 14.00-18.00;
Informazioni
www.casamuseo-altavalledelcervo.it
info@casamuseo-altavalledelcervo.it
Telefono: +39 338 3876595
Viaggia e Scopri ringrazia Elena Serrani per averci fatto scoprire un tesoro del nostro territorio biellese.
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Camera da letto tipica, visitare la Casa Museo dell’Alta Valle Cervo
Un viaggio nel tempo. Lo consiglio. Inoltre il borgo è molto interessante curioso e misterioso con la sua storia
Hai ragione Sara, Rosazza è un borgo misterioso e suggestivo, inoltre la Casa Museo ne completa lo scenario raccontandoci la storia di come vi si viveva un tempo. Per me è sempre un piacere tornare 🙂
Un viaggio fantastico in una località unica! Fantastico perché sembra di essere in una fiaba tridimensionale.
In più la visita guidata da Elena Serrani ha il valore aggiunto di chi ama i propri luoghi!
Grazie!