Continuiamo a visitare la Provenza. Facendo base ad Aix-en-Provence ci alziamo di buonora e partiamo per visitare Trets, con il suo centro culturale buddista, e poi fare un salto allo Chateau de La Barbene, un castello che ci ha molto colpito.
N.B. Consiglio del viaggiatore già fregato:
In Provenza ad agosto fa veramente molto caldo e un goccio d’acqua senza dover far code nei bar diverrà una necessità!
Porta con te una borsa termica, oltre alle bevande consiglio di mettere all’interno una busta di salviettine per l’igiene. Sarà un vero piacere passarle fresche sul viso.
I panetti con il liquido refrigerante lì potrai consegnare al personale dell’albergo, li custodiranno in freezer per te.
Visitare la Provenza, il monastero buddhista di Trets
Chi mi conosce sa che non sono un tipo religioso, credo già poco nella mia, se non al bisogno, cosa poco corretta ma tant’è.
Quindi, se ti chiedi perché, da semi ateo, ho deciso di visitare un centro buddista, sappi che la risposta è che ho voluto accontentare Jonathan, il mio compagno di viaggio. Lui è di religione buddhista e aveva notizia che il nostro viaggio in Provenza ci avrebbe portato molto vicino a questo centro religioso, quindi andava visitato.
Tanto per intenderci, è come per un vero cattolico andare in vacanza a Roma e come prima meta visitare San Pietro. Di coerenza non si può non andare a visitare la “Sua San Pietro“.
A Trets, a circa una ventina di minuti d’auto da Aix-en-Provence, si trova questo complesso buddhista.
Credevo fosse nel centro abitato, ma in realtà si trova in aperta campagna lungo una strada statale, in corrispondenza delle Bouches-du-Rhône.
Il luogo, dal mio punto di vista, non è male. Il monastero ha un’ottima struttura d’accoglienza per i fedeli, con camere e anche un ristorante. Dalla parte opposta al centro d’accoglienza si trova il tempio dove si radunano le comitive.
Jonathan pareva un bambino ai cui fosse stato presentato Babbo Natale tanto era l’entusiasmo.
Io invece sono un po’ restio alle religioni e a tutto quello che mi pone “un’idea” di sudditanza. Vedere queste persone, giovani e adulti, cosi dediti alla loro fede, senza aver un minimo dubbio su ciò che i loro amministratori fanno, mi ha lasciato un po’ perplesso e con qualche domanda a cui ho preferito non dare risposta.
Abbiamo dedicato a questa visita l’intera mattinata.
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Visitare la Provenza: Chateau de La Barbene
Subito dopo pranzo la missione di visitare la Provenza prosegue e siamo ripartiti per andare a visitare Chateau de La Barbene, un castello che si trova a nord di Aix-en-Provence, a poca distanza da Salon-de-Provence.
Come si arriva al posteggio sottostante il castello si viene colpiti dalla sua maestosità. Si trova su uno sperone roccioso da cui domina tutta la zona. Chateau de La Barbene, dire che è bello è riduttivo.
La visita al castello è gestita da guide locali delle quali ti sorprenderà un piccolo dettaglio. Alcune di loro sono vestite con abiti storici, cosicché avrai l’impressione di fare un salto nel passato.
Il tour inizia dalle prigioni, luogo veramente angusto e ameno per chi in passato è stato condannato a soggiornarvi.
Dalla base del castello si accede a un corridoio lungo una trentina di metri, lateralmente vi sono una serie di porticine fatte a grata di metallo o di legno, si tratta delle celle. Queste rispetto al pavimento sono rialzate di almeno mezzo metro abbondante.
Incuriosito da questa stranezza ho chiesto alla guida perché fossero così rialzate e perché l’ingresso fosse un’apertura di un metro per un metro.
La guida ci ha spiegato che questo era un sistema comodo ai carcerieri per pulire la misera stanza alla morte del detenuto. Bastava agganciarlo con un bastone per poi trascinare il cadavere fino all’uscita della cella, da lì sarebbero cascati direttamente su di una carriola per esser poi portati via.
Nasce proprio da questo tipo di “comodità”, l’antico detto “scaraventare in gattabuia”. Perché le guardie, dopo le torture, per introdurre l’incarcerato nell’angusta cella, dovevano lanciarlo letteralmente a mo di sacco di patate.
La tranquillità con cui la guida mi spiegava l’aneddoto, mi ha fatto correre un brivido di paura lungo la schiena. Poi, per rincuorarmi, mi son detto che erano solo l’umidità del posto e il mio abbigliamento estivo tanto leggero.
Esplorando le sale del castello
Dopo le prigioni si accede alle cantine. Qui si possono vedere armature e ricostruzioni d’armi d’epoca con tanto di spiegazioni su come venivano utilizzate.
Quindi si passa alle cucine dotate di un immenso camino e una miriade di pentole e padelle in rame. Fa bella mostra di se una stufa particolare in quanto tutto intorno ha posizionati dei ferri da stiro. Serviva a dare il cambio al ferro che si raffreddava per poter stirare in continuo.
Infine si arriva alle camere nobiliari. Anche se generico e forse banale, il commento che più si addice a queste stanze è che sono bellissime. Pavimenti in cotto esagonale e carte da parati o affreschi alle pareti.
Pensa che una di queste sale visitabili è ricoperta di cuoio, un cuoio color ambra, lavorato a basso rilievo con scene di cacciagione e di vita del castello. È semplicemente magnifica!
Fortunatamente qui la Rivoluzione Francese non è entrata. Tutto il castello ha infatti arredi originali dell’epoca. I proprietari per mantenere la struttura ne hanno reso una parte visitabile al pubblico, mentre l’altra offre camere di lusso in affitto.
Dal mio punto di vista i prezzi delle camere sono un po’ cari, però proporzionati all’esclusiva esperienza di soggiornare nel castello e disporre delle eleganti camere.
Altri luoghi d’interesse nei dintorni
Infine, poco lontano dal castello, c’è un bellissimo giardino alla francese con vasca dei pesci rossi e anche una fontana muschiata, proprio come quella presente in corso Mirabeau ad Aix-en-Provence.
Nota per i genitori: ricorda se hai dei bambini o se sei attratto dagli animali, che in prossimità del castello vi è anche un’intera collina adibita a parco zoologico.
Li potrai vedere: leoni, elefanti, giraffe e molti altri animali… per quanto la cattività sia comunque crudele.
In definitiva la visita al castello merita veramente. È un luogo proprio bello, anche perché molto ben tenuto.
Vista la grande afa di quella giornata d’agosto, io ho preferito evitare la visita del parco. È stato un peccato, ma passeggiare sotto il sole cocente era davvero impossibile.
Il viaggio a zonzo per visitare la Provenza continua…
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