Visitare le rovine di Tharros: guida a uno dei siti archeologici più suggestivi della Sardegna

Hai mai sognato di camminare dove camminavano i Fenici, di sfiorare pietre che raccontano storie di millenni, con il mare che accompagna ogni passo con il suo respiro salato? Allora sei pronto per scoprire Tharros, un luogo dove la Sardegna antica rivive a ogni sguardo, tra rovine millenarie, orizzonti infiniti e silenziose memorie di civiltà scomparse.

Dopo aver esplorato Nora o i nuraghi più noti, preparati a un’altra esperienza che ti entrerà nel cuore: visitare Tharros non è solo un’escursione culturale, è un vero e proprio viaggio nel tempo. Scopriamo insieme perché questo sito archeologico è tra i più affascinanti dell’intera isola.

Visitare le rovine di Tharros: un tuffo nella storia millenaria della Sardegna

Situata all’estremità meridionale della penisola del Sinis, Tharros domina il mare da un promontorio che sembra sospeso tra cielo e terra, lambito dalle onde e accarezzato dal maestrale. La sua posizione, oltre a essere strategica per gli antichi commerci, regala oggi uno dei paesaggi più suggestivi della Sardegna. Mentre cammini tra colonne spezzate, basamenti di templi e selciati romani, lo sguardo si perde tra l’infinito blu del Golfo di Oristano e le coste frastagliate che sfumano all’orizzonte.

Il profumo salmastro, il suono del vento tra le rovine, la luce calda del tramonto che colora le pietre: ogni dettaglio fa di Tharros un’esperienza sensoriale totale. È un luogo che invita al silenzio e alla contemplazione, dove ogni frammento racconta storie di popoli lontani e dove la bellezza non è solo nei reperti, ma anche nella cornice naturale che li custodisce da millenni.

Qui, più che altrove, la Sardegna si mostra nella sua essenza più pura, tra roccia, mare e memoria. Visitare Tharros significa immergersi in un tempo sospeso, dove il passato non è alle spalle, ma pulsa ancora sotto i piedi.

La zona, inoltre, ha molti luoghi d’interesse e, per visitarla tutta e con calma, può essere una buona idea cercare un hotel a Oristano e fermarsi nei paraggi qualche giorno.

Visitare le rovine di Tharros
Visitare le rovine di Tharros

Le origini di Tharros: tra Fenici, Punici, Romani e Bizantini

Le radici di Tharros affondano nell’epoca nuragica, ma è con l’arrivo dei Fenici, intorno all’VIII secolo a.C., che nasce un vero centro urbano. Naviganti esperti, i Fenici scelsero questa posizione per fondare un emporio commerciale lungo le rotte mediterranee. Le vestigia di questo periodo sono ancora visibili e parlano di un passato fervente, ricco di scambi, di riti e di incontri tra culture.

Poi vennero i Punici, che trasformarono Tharros in una vera città, con templi, necropoli, abitazioni e un’impronta architettonica visibile ancora oggi: blocchi di pietra squadrati, strutture difensive, resti cerimoniali.

Con l’arrivo dei Romani nel III secolo a.C., la città si trasformò nuovamente. Tharros divenne un centro urbano romano completo di foro, terme, acquedotto e un sistema stradale ben organizzato, con il tipico cardo e decumano. La dominazione romana durò a lungo, e ancora oggi è grazie a quelle imponenti costruzioni se possiamo immaginare com’era la vita quotidiana in quell’epoca.

Anche in epoca bizantina, Tharros rimase abitata, fino all’XI secolo, quando fu lentamente abbandonata a causa delle incursioni piratesche e delle nuove esigenze strategiche che portarono alla nascita di Oristano, poco più a nord.

Cosa vedere a Tharros: le meraviglie del sito archeologico

Il Tophet fenicio-punico

Il Tophet di Tharros è una delle testimonianze più antiche e misteriose dell’epoca fenicio-punica in Sardegna. Situato in una zona appartata del sito, questo spazio sacro era destinato a rituali religiosi profondamente simbolici. Al suo interno sono state ritrovate urne cinerarie e stele votive in pietra, spesso decorate con simboli e iscrizioni che evocano divinità come Baal Hammon e Tanit, figure centrali del pantheon punico.

Secondo l’interpretazione più diffusa, il Tophet era un luogo di sepoltura per bambini morti prematuramente, ma alcune teorie archeologiche sostengono anche la possibilità di sacrifici rituali, sebbene manchino prove definitive. Quel che è certo è che questo spazio sprigiona una forte carica emotiva: camminare tra le stele consente di percepire il senso del sacro che permeava la vita delle antiche popolazioni semitiche.

Visitare il Tophet significa confrontarsi con una dimensione remota della religiosità mediterranea, intima, arcana e profondamente toccante.

Le due colonne di Tharros sono testimonianza del tempio tetrastilo che si trovava nella città
Le due colonne di Tharros sono testimonianza del tempio tetrastilo che si trovava nella città – visitare le rovine di Tharros

Le colonne del tempio romano

Le due colonne corinzie di Tharros sono ciò che resta dell’antico tempio romano dedicato probabilmente a una divinità protettrice della città, forse Giove o una divinità locale assimilata al pantheon romano. Alte e slanciate, si ergono solitarie su un promontorio con vista sul mare, diventando non solo un simbolo del sito archeologico, ma anche un punto di riferimento visivo e spirituale per chi visita la penisola del Sinis.

Realizzate in calcare locale e risalenti al I secolo d.C., queste colonne conservano intatta la loro eleganza classica, con capitelli finemente scolpiti che raccontano l’abilità artistica degli antichi. La loro posizione panoramica amplifica il senso di maestosità: al tramonto, quando il sole si riflette sul mare, creano un gioco di luci che emoziona profondamente.

Sono molto più che semplici resti architettonici: rappresentano la resilienza della memoria storica e la capacità dell’arte di sfidare il tempo.

Le Terme Romane

Le terme romane di Tharros offrono uno spaccato affascinante sulla quotidianità e sul benessere nell’antica città. Anche se parzialmente conservate, le strutture ancora visibili permettono di riconoscere le tre stanze tipiche del percorso termale: il frigidarium (sala fredda), il tepidarium (tiepida) e il calidarium (calda), elementi fondamentali per il rituale del bagno romano.

Particolarmente interessante è il sistema di riscaldamento a ipocausto, che sfruttava un’intercapedine sotto il pavimento per far circolare aria calda prodotta da un forno esterno. Questo ingegnoso sistema garantiva un tepore uniforme e confortevole, un lusso per l’epoca.

Le terme non erano solo luoghi per la cura del corpo, ma anche centri sociali e culturali, dove si discuteva di politica, affari e filosofia. A Tharros, queste rovine evocano la vita elegante di una comunità urbana romanizzata, raffinata e aperta, immersa in un paesaggio naturale senza tempo.

La Torre di San Giovanni di Sinis svetta nelle vicinanze dell'antica Tharros
La Torre di San Giovanni di Sinis svetta nelle vicinanze dell’antica Tharros – visitare le rovine di Tharros

L’acquedotto romano

L’acquedotto romano di Tharros, sebbene oggi ne restino solo pochi tratti visibili, rappresenta un esempio significativo dell’ingegneria idraulica romana applicata in un contesto insulare e relativamente isolato. Per garantire l’approvvigionamento idrico alla città, i Romani sfruttarono le risorse locali, convogliando l’acqua da sorgenti situate nell’entroterra attraverso un sistema di canalizzazioni in pietra e terracotta.

Il percorso dell’acquedotto seguiva un lieve dislivello, progettato con estrema precisione per mantenere il flusso continuo dell’acqua fino alle terme, alle fontane pubbliche e alle abitazioni private. Alcuni resti si trovano ancora nei pressi della strada che collega Tharros con San Giovanni di Sinis.

Questo tipo di infrastruttura dimostra quanto fosse avanzata la civiltà romana nella gestione delle risorse e nella pianificazione urbana. Anche in una zona battuta dal sole e distante dalle principali vie fluviali, i Romani riuscirono a garantire comfort, igiene e funzionalità, rendendo Tharros una città moderna per il suo tempo.

La necropoli punica

La necropoli punica di Tharros, situata poco distante dal cuore dell’antica città, è una delle aree più significative per comprendere la spiritualità e il rapporto con la morte nella cultura punica. Le tombe a fossa e le camere funerarie scavate nella roccia testimoniano un uso prolungato dell’area e una grande attenzione ai rituali funerari. Molte sepolture hanno restituito corredi preziosi, tra cui gioielli, ceramiche, amuleti e oggetti d’uso quotidiano, simbolo del rango sociale del defunto e della credenza in una vita ultraterrena.

Le tombe, spesso orientate in modo simbolico, erano sigillate con lastre di pietra e talvolta decorate con elementi votivi. La loro disposizione e varietà offrono agli archeologi una preziosa chiave di lettura sulla stratificazione sociale e culturale della comunità tharritana.

Passeggiare nella necropoli è un’esperienza intensa: tra quelle rocce silenziose si avverte ancora il rispetto profondo verso i propri antenati e i misteri dell’aldilà.

Il percorso prosegue lungo la costa con i panorami delle penisola del Sinis
Il percorso prosegue lungo la costa con i panorami delle penisola del Sinis – visitare le rovine di Tharros

Tharros e la natura: paesaggi che tolgono il fiato

La posizione panoramica di Tharros è, senza dubbio, uno degli elementi che rendono questo sito archeologico unico al mondo. Adagiato su un promontorio naturale che si protende nel Golfo di Oristano, Tharros domina il paesaggio circostante con una vista mozzafiato che spazia dalla Torre di San Giovanni alla lunga striscia di sabbia dorata della spiaggia di San Giovanni di Sinis, fino alle lagune interne e alle montagne lontane.

Qui il mare è ovunque, avvolge le rovine, riflette la luce in mille sfumature, amplifica il silenzio delle pietre antiche. Camminare tra i resti delle strade romane o sostare accanto alle colonne del tempio significa entrare in una dimensione in cui il tempo sembra sospeso.

Al tramonto, la luce radente scolpisce ogni dettaglio delle rovine, trasformando l’intero sito in una scenografia quasi mistica. Anche nei giorni ventosi, tipici del Sinis, il panorama si fa drammaticamente affascinante, con il cielo che si apre su orizzonti infiniti.

Fotografare Tharros è inevitabile, ma viverlo lentamente, lasciandosi pervadere dalla sua bellezza selvaggia e dalla pace che infonde, è ciò che davvero rende indimenticabile questa esperienza. Un luogo dove la storia incontra l’anima della Sardegna più autentica.

Come arrivare a Tharros

  • In auto: il modo più comodo per raggiungere Tharros è in auto. Da Oristano bastano circa 25 minuti seguendo le indicazioni per Cabras e San Giovanni di Sinis. L’ultimo tratto si percorre sulla SP6. Il sito archeologico dispone di parcheggi a pagamento in prossimità dell’ingresso. Noleggia un’auto a Oristano per esplorare la zona in libertà.
  • Con i mezzi pubblici: è possibile raggiungere San Giovanni di Sinis con autobus ARST da Oristano, ma gli orari possono essere limitati, soprattutto fuori stagione. Consigliabile verificare in anticipo gli orari aggiornati sul sito ufficiale ARST.
  • In bicicletta: un’ottima alternativa per gli amanti dell’outdoor! Da Cabras o Oristano si può pedalare fino a Tharros, seguendo strade secondarie e piste ciclabili immerse nella laguna di Cabras, tra fenicotteri, stagni e uliveti. Una vera esperienza nella natura.
Il percorso tra le rovine è ben indicato, la visita guidata è l'ideale per apprezzare ciò che resta visibile
Il percorso tra le rovine è ben indicato, la visita guidata è l’ideale per apprezzare ciò che resta visibile – visitare le rovine di Tharros

Informazioni utili per la visita

  • Orari di apertura: variano in base alla stagione, solitamente dalle 9:00 alle 18:00 (estate fino alle 20:00). Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
  • Biglietti: si possono acquistare in loco o online. Esistono combinazioni cumulative che includono anche la visita alla Torre di San Giovanni e al Civico Museo di Cabras.
  • Centro visitatori e museo: all’ingresso troverai pannelli esplicativi, una piccola mostra e una guida cartacea. È anche possibile prenotare visite guidate, ideali per comprendere appieno la stratificazione storica del sito.
  • Consigli pratici:
    • Porta acqua, cappello e crema solare.
    • Indossa scarpe comode.
    • Evita le ore centrali nelle giornate estive per il caldo intenso.
    • Dedica almeno 2-3 ore alla visita.

Tharros: oltre la cartolina, nel cuore della Sardegna

Tharros non è solo un sito archeologico da inserire in un itinerario turistico. È una testimonianza viva dell’identità della Sardegna, della sua anima antica e orgogliosa, del suo essere crocevia di civiltà e punto d’incontro tra natura e storia.

Visitare Tharros è un’esperienza che tocca il cuore e la mente: un viaggio che inizia tra le rovine, ma continua dentro di te, nel momento in cui comprendi quanto sia profondo il legame tra questa terra e il suo passato.

Ad un occhio impreparato i resti di Tharros possono sembrare semplici pietre, ma la guida saprà svelarne l'importanza
Ad un occhio impreparato i resti di Tharros possono sembrare semplici pietre, ma la guida saprà svelarne l’importanza

Consigli per proseguire l’esplorazione

Dopo Tharros, puoi:

  • Visitare la Spiaggia di Is Arutas, celebre per la sabbia di quarzo.
  • Fermarti a Cabras per scoprire i Giganti di Monte Prama, straordinarie statue nuragiche oggi custodite nel museo.
  • Esplorare l’oasi naturalistica di Torre Seu o i resti dell’antica città di Cornus.

Tharros ti aspetta, e non ti deluderà

Se stai pianificando un viaggio in Sardegna e vuoi andare oltre le spiagge, Tharros è una tappa imprescindibile. È un ponte tra passato e presente, un luogo di memoria e meraviglia, un invito a scoprire la Sardegna più autentica e meno conosciuta.

Lasciati incantare da Tharros. Cammina nella storia. Respira l’eternità.

Guarda le nostre fotografie di Tharros qui sotto, se ti piacciono condividile e vieni in Sardegna, Tharros ti aspetta!

Informazioni su Emanuele Lattarulo 197 Articoli
Lelelatta (alias Emanuele Lattarulo): tendenzialmente più tranquillo e amante della vita più comoda, nel tempo libero sempre impegnato in iniziative umanitarie o al servizio del prossimo, amante dell'esplorazione predilige i luoghi dal fascino misterioso e le mete a corto raggio. Mansione: Videomaker cameraman e redattore blog, scopritore specializzato di luoghi e curiosità locali.

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