Lo so, ti starai chiedendo cosa voglia dire il titolo. E so anche che i post riflessivi mi lasciano sempre un po’ incerto. Penso sempre, ma poi chissà a chi interessa? Eppure a fine anno uno si ferma e pensa. Osserva l’anno passato e considera: io ho capito che voglio un Viaggio, di quelli con la V maiuscola.
Che poi a pensarci non è che il 31 dicembre segni una svolta epocale ogni anno, in fondo è un giorno come gli altri che ha forse solo il merito di farci pensare che dal 31 dicembre scorso un altro anno è passato.
Amo viaggiare fin da quando ero piccino, quando d’estate si facevano i bagagli per andare a trovare la nonna al mare. In Sardegna. In quella spiaggia dove ancora oggi risiede la mia anima, Porto Pino. Ogni anno desiderata e vissuta a tal punto da non ricordare ancora oggi un viaggio più intenso e memorabile, emotivamente parlando.
Ma il viaggio era piacevole anche quando si decideva di partire per un fine settimana e andare a trovare i parenti a Borno, tra le valli bresciane, in Lombardia. L’aria fresca e frizzante della Valle Camonica riempiva i polmoni e faceva svolazzare le farfalle nella testa. Quei paesaggi, tanto diversi dalla pianura cavagliese a cui ero avvezzo. Quando ancora non conoscevo quasi nulla del Biellese, quando Cavaglià era il paese e il resto del mondo sembrava quasi irraggiungibile.
Ho sempre sognato di raggiungere ogni angolo di questo mondo. Di conoscerne i popoli, i paesaggi, le culture. L’ho sognato sempre più forte, finché non decisi che era ora di partire, di scoprire, di vedere se nel mondo ci fossero spiagge più belle della mia Porto Pino (e ancora non ne ho trovate di migliori). Di capire quanto grandi fossero le distanze. Quelle distanze che sembravano spesso eterne quando in auto si percorreva la tangenziale di Milano diretti verso il Bresciano.
Partii. E scoprii che viaggiare davvero è ancora più bello che sognarlo. Scoprii che amo condividere con gli altri le mie esperienze di viaggio e, prima di aprire questo blog, visitai la Canarie, le classiche mete turistiche sul Mar Rosso in Egitto oppure su un atollo delle Maldive, alcune capitali europee come Parigi, Praga, Londra e scoprii che amo l’Africa e l’Oriente.
Ci sono stati viaggi che mi hanno trasmesso esperienze e sensazioni che mai avrei immaginato. Il Marocco, la Cina, la Thailandia e il Messico non hanno fatto altro che infiammare in me la voglia sempre crescente di partire ancora, di conoscere di più.
Ma la vita a volte ci pone degli stop. Le circostanze, il lavoro, il maledetto senso del dovere che ci spinge a cercare sempre di non deludere gli altri, talvolta a costo di rinunciare a seguire l’istinto, ad assecondare il nostro cuore. A volte è solo la paura di fare il passo più lungo della gamba e buttarsi oltre il limite, dove inizia l’avventura. Dove nulla è più certo, ma tutto è infinitamente più bello e emozionante della vecchia routine.
Gli ultimi due anni sono stati per me quasi un peso. Per molti versi come una perdita di tempo, per altri motivo di crescita e consapevolezza.
L’acquisto di una nuova casa non è mai cosa leggera. Ma spesso l’impedimento che comporta nel partire e star lontano anche lunghi periodi fa sembrare questo ‘nido’ più come una gabbia dalla quale si vorrebbe fuggire ancor prima. Per fortuna gli amici aiutano a sopportare, a capire che del resto la vita è anche questo.
Mi guardo intorno e penso: cacchio ho voglia di prenotare un volo sola andata per Tokyo! Di viaggiare improvvisando. Di non avere una scadenza, un volo di ritorno e un aereo che mi aspettano per riportarmi indietro. Ho voglia di Viaggiare e tornare quando mi verrà voglia di farlo!
Tokyo ovviamente è una destinazione ipotetica, il volo potrebbe portarmi ovunque. Ma in fondo, per ora, sto costruendo una base.
Nel frattempo ho imparato a rivalutare le gite di una giornata, a scoprire le bellezze che si nascondono dietro l’angolo, spesso anche nella mia città. Esplorare la provincia di Biella, da molti sconosciuta, si sta rivelando un’avventura sensazionale e inaspettata, che ci sta dando grandissime soddisfazioni.
Nel 2014 ho anche partecipato a molti eventi di valorizzazione del territorio, sia in Italia che all’estero. E, quando il tempo lo ha concesso, ho fatto due biglietti per partire con Lele e viaggiare un po’ più come piace a noi.
Si vive, si sogna e si viaggia come si può. Perché in fondo non è tanto la destinazione che conta, l’importante è saper vivere e scoprire un luogo.
Ma allora, perché mi sento sempre insoddisfatto?
Perché voglio un Viaggio con la V maiuscola!
Voglio prendere un volo (e per dove non ha poi molta importanza) e staccare da tutto. Condividerlo con chi vuole esserci, ma anche andare da solo nella speranza che chi resta possa aspettarmi.
Voglio un Viaggio in cui non avere programmi, non sapere quando tornerò. Voglio un viaggio che non sia una vacanza, o una gita. Voglio un Viaggio!
Questo è quello che continua a rimbombarmi in testa, quello che fin da quando ero piccino mi viene in mente quando è ora di partire. Quando inevitabilmente stai già pensando a quando dovrai tornare.
E sia chiaro, non dico che non voglio tornare. Semplicemente non voglio sapere a priori quando.
Forse in tutto questo ragionamento sono un po’ troppo egoista, ma:
“Il destino arriva e ti prende che tu sia dietro casa o dall’altra parte del mondo”
Come scrive Paola Annoni nel suo post ‘Chi parte e chi resta‘
Quando arriverà, vorrei aver vissuto il più intensamente possibile.
Onorata della citazione.. Il tuo post mi fa sorridere, perché esprime tutta la più pura inquietudine che ogni viaggiatore si porta dietro come un fardello. Ma stranamente è quel fardello che ti fa camminare ancora più velocemente. 🙂 ti auguro un anno speciale, di cuore.
Grazie Paola per il tuo augurio, come dicevo non son solito a questo genere di post, forse perché in fondo si ha sempre il timore che chi si ha vicino non possa capire fino in fondo queste sensazioni. Ricambio con la speranza di reincontrarsi e parlare ancora di viaggi come l’ultima volta 🙂 e che anche per voi sia un anno speciale!