Il nord Italia è famoso per molte sue città, capoluoghi di provincia che spesso mettono in ombra le province limitrofe meno famose, ma pur sempre interessanti. È quello che ho pensato mentre partivo per il mio weekend in Lombardia alla scoperta di Cremona, Mantova e due borghi annoverati tra i più belli d’Italia.
Questo tour è stato organizzato da inLombardia ed è volto a promuovere il territorio regionale raccontandolo direttamente dai luoghi più belli da visitare. Io, del resto, a Mantova ero già stato e ritornare in questa città è stato per me un vero piacere, perché fin dalla mia prima visita non ho potuto fare a meno che subirne il fascino.
Diversamente, non avevo mai visitato Cremona e, quando ho saputo che avremmo prima fatto tappa a Soncino e infine a San Benedetto Po, la mia curiosità ha iniziato a crescere sempre più dal momento che non conoscevo per niente quelle zone.
Se vuoi trascorrere un fine settimana in Lombardia e spostarti con i mezzi pubblici sappi che i treni e i bus collegano perfettamente queste località. Ma se vuoi avere la libertà di gestirti i tempi e gli spostamenti, allora il mio consiglio è di avere un mezzo proprio, nulla ti permette maggiore libertà di movimento.
Questo itinerario svolto in 2 o 3 giorni rischia inoltre di risultare troppo stretto, direi che l’ideale sia spalmarlo su 4 o 5 giorni per poter visitare tutto con più calma.
Weekend in Lombardia, prima tappa Soncino
Soncino è una cittadina che si trova in provincia di Cremona, paese annoverato tra i borghi più belli d’Italia, sia per la bellezza del suo centro storico medievale racchiuso da mura del XV secolo che per l’imponente Rocca sforzesca.
Il giorno della mia visita tutto quanto era avvolto dalla nebbia, rischio frequente nelle giornate di inizio autunno, ma la foschia onnipresente ha contribuito a rendere molto più suggestivi questi luoghi, per altro abituati a questo tipo di clima.
La visita della rocca è stata molto interessante. Risalente al XV secolo la struttura, divisa in tre parti, si sviluppa attorno ad un cortile principale circondato da 4 torri, tre a base quadrata e una cilindrica. L’intero edificio era inoltre circondato da un profondo fossato esterno a scopo difensivo, dotato di ponti levatoi, nei casi di assedio venivano anche riempiti i fossati interni, isolando ancora maggiormente il cortile, cuore di tutta la fortezza.
Con una visita guidata è possibile conoscere meglio la storia e le vicissitudini di questo luogo, che nel corso dei secoli venne poi convertito, nel 1500, in residenza della nobile famiglia dei marchesi Stampa, sotto la cui proprietà venne quindi abbellita e arricchita di decorazioni e affreschi.
Al giorno d’oggi non si trova più quasi nulla di quei vecchi affreschi, anche perché dopo l’abbandono degli Stampa la rocca divenne una sorta di deposito cittadino e poi una casa per sfollati. Periodi in cui gli interni vennero sanificati e intonacati perdendo quasi tutto ciò che sotto era dipinto.
Lasciata la fortezza bastano due passi nel borgo per gustarne il fascino e, se ne hai il tempo, non perderti una visita della Chiesa di San Giacomo, facente parte del convento monastico, e la Pieve di Santa Maria Assunta, dai pregevoli soffitti dal cielo stellato.
Se avrai la fortuna di trovarlo aperto potrai far visita anche al Museo della Stampa Ebraica, un’antica stamperia aperta da una famiglia ebrea e ancora esistente, luogo in cui sono conservati reperti storici dell’attività alle sue origini. In questo luogo venne stampata la prima Bibbia ebraica.
Per il pranzo, invece, è molto consigliata una sosta al Ristorante Antica Rocca. Ottimo menù e non perderti le radici di Soncino e il risotto con zucca e rosmarino, davvero speciali.
Due passi in centro a Cremona
Lasciata Soncino ci dirigiamo verso Cremona, città che ha conosciuto una vasta espansione industriale, ma che conserva nel suo centro un cuore elegante e molto suggestivo.
La Piazza del Comune ci stupisce con la sua architettura slanciata, dominata dalla candida facciata della cattedrale, superata in altezza solo dal Torrazzo, il campanile, alto oltre 121 metri ed eretto in antichità anche come torre di vedetta.
Caratteristica di questa cattedrale sono le colonne, pressoché onnipresenti in tutto il suo perimetro. Tante e di tante fogge differenti, tanto che la nostra guida ci spiega che qui si possono trovare colonne di ogni colore.
Attorno alla cattedrale è un susseguirsi di portici e stili differenti, edifici tra cui si aprono vicoli stretti e caratteristici, e dove spesso si trovano botteghe, ristoranti e locali.
Un altro edificio interessante è il Palazzo Comunale, all’interno del quale si trova un’esposizione museale distribuita in alcune delle sale più belle del complesso, un tempo di proprietà vescovile.
Altra tappa importante per una visita a Cremona è il Museo del Violino. Cremona è infatti città di grandi liutai, tra cui anche Antonio Stradivari, e questo luogo dall’allestimento moderno permette di approfondire la conoscenza di questi strumenti musicali.
Le sale scure permettono di concentrare l’attenzione sul suono e l’illuminazione, sapientemente indirizzata sugli strumenti, permette di evidenziarne i particolari minuziosamente spiegati nei pannelli integrativi. Avanzando con la visita si giunge poi in una sezione più espositiva in cui si trovano vari modelli di importanza storica, realizzati da abili liutai locali o appartenuti a grandi artisti sia classici che moderni.
Il museo ha al suo interno una scuola di liuteria dove i giovani possono apprendere quest’arte e esercitarsi nella produzione di strumenti musicali.
Tour a piedi di Cremona e Museo del Violino
Il fine settimana in Lombardia continua a Mantova
A poco più di un’ora di strada da Cremona, ci fermiamo per la notte a Mantova, piacevole città che ben ricordo addobbata dalle luci natalizie.
La nostra base qui è stato l’Hotel Rechigi, una struttura situata in centro e dotata di camere spaziose e accoglienti arredate in stile moderno. La colazione inoltre è molto abbondante, quindi decisamente consigliata come soluzione di soggiorno.
Arrivando a sera inoltrata abbiamo avuto giusto il tempo di fare due passi e raggiungere il ristorante La Masseria, in centro. Luogo ideale per una cena elegante, ambientato in una sala di un edificio antico nella quale si apprezzano ancora alcuni affreschi salvati dal degrado. Il menù è gustoso, piatto degno di nota è il risotto al Lambrusco Mantovano.
La mattina seguente Mantova ci ha accolto con la sua silente bellezza, avvolta ancora da una leggera nebbia che ha contribuito a diffondere un’atmosfera suggestiva che abbracciava i monumenti, i palazzi e le piazze principali.
Partendo da Piazza delle Erbe, con la guida di Lorenzo Bonoldi, ci siamo spostati per il centro apprezzando il fascino della Rotonda di San Lorenzo, la più antica chiesa cittadina che, in passato, venne inglobata dalle case del ghetto ebraico e dimenticata. Lo spazio circolare interno era infatti utilizzato come cortile e solo dopo vari studi e ingenti operazioni di demolizione degli edifici ad essa addossati è stato possibile recuperarne la struttura originale che, purtroppo, resta danneggiata negli affreschi, andati perduti in quel periodo.
Attraversando il centro pedonale della città si raggiunge Piazza Sordello, sulla quale si trovano sia Palazzo Ducale che la cattedrale di Mantova. Il Palazzo Ducale, anche noto come la reggia dei Gonzaga, è un sito da visitare assolutamente, al suo interno è possibile trovare sale meravigliosamente affrescate e con una visita guidata è possibile conoscere più a fondo questi ambienti e il significato degli affreschi che li abbelliscono.
Una sala difficilissima da trovare vuota è la Sala degli Sposi, così chiamata per l’affresco raffigurante due giovani sposi che si trova sulla porta, ma l’intera sala è comunque un bel vedere. Essa si trova all’interno del Castello di San Giorgio, uno degli edifici facenti parte del complesso di Palazzo Ducale. Altra sala degna di nota è la Sala di Troia.
Prima di lasciare il centro non dimenticare di far timbrare il passaporto inLombardia, una trovata turistica che permette di collezionare i timbri delle varie città di provincia a testimonianza del fatto che si è visitato il territorio. Il passaporto suddivide anche la regione per aree tematiche avendo così anche una funzione da guida turistica tascabile e molto pratica.
Tour privato a piedi di Mantova
Inoltre non puoi andare a Mantova senza visitare Palazzo Te. Questo edificio, edificato nel 1500 per volontà di Federico II Gonzaga, è l’opera architettonica più nota dell’architetto Giulio Romano e ospita oggi il Museo Civico. Durante la visita è impossibile restare impassibili di fronte allo splendore delle sale che compongono il complesso, quella che riesce sempre ad emozionarmi di più è la Sala dei Giganti, dove dall’alto dell’Olimpo, Zeus scaglia fulmini facendo crollare la torre dei giganti, circondato dalle divinità impaurite.
Ma questa non è l’unica bellezza di Palazzo Te, ogni volta questa antica e nobile residenza riesce a lasciarmi a bocca aperta e le simbologie, spesso a sfondo politico, vi si trovano pressoché ovunque. Ecco perché a Mantova si finisce sempre per camminare con il naso all’insù.
Il weekend in Lombardia si conclude a San Benedetto Po
Lasciata Mantova, a pochi chilometri di distanza, si trova San Benedetto Po, altro borgo annoverato tra i borghi più belli d’Italia, una località che ha avuto la capacità di stupirmi.
Arrivati all’ora di pranzo ci siamo fermati per una pausa pranzo al Ristorante Vecchio Cornione, situato lungo l’argine del Po in una posizione suggestiva nonostante la nebbia velasse gran parte del panorama.
Anche questa volta il menù è stato tipicamente mantovano, con qualche piccolo influsso romagnolo, come gli gnocchi fritti che accompagnavano un abbondante assortimento di affettati gustosi. Particolare è stato anche il dolce, la torta taiadlina, ovvero la torta dolce di tagliatelle all’uovo accompagnata da zabaione denso.
Ma San Benedetto Po non stupisce solo per la cucina, qui il weekend in Lombardia mi ha regalato una sorpresa inaspettata, l’Abbazia di San Benedetto in Polirone.
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Fondata poco dopo l’anno 1000 da Tedaldo di Canossa, nonno di Matilde di Canossa, venne edificata su dei terreni donati ai monaci benedettini e situati alla confluenza del fiume Po con il suo immissario Lirone, da cui ne deriva parte del nome. Nel corso dei secoli Matilde donò il monastero al Papa che lo diede in gestione all’ordine cluniacense, nel rispetto della riforma di Cluny la chiesa venne quindi ricostruita e ampliata, poiché il monastero, possedente un importante scriptorium, era divenuto un importante centro culturale.
Nel 1400 l’amministrazione dell’Abbazia di Polirone venne affidata alla famiglia Gonzaga che si adoperò per mantenerla e per dare aiuto alla comunità monastica. Tuttavia il declino arrivò qualche anno dopo, quando l’abbandono, le inondazioni e le guerre ne misero a dura prova le sorti.
Oggi l’edificio è di imponente e maestosa bellezza, una bellezza inaspettata se si pensa alla piccola comunità di San Benedetto Po. Le arcate possenti danno il benvenuto al visitatore che giunge dal sagrato, la navata centrale, affiancata da altre due navate di minori dimensioni, è illuminata scarsamente e i pilastri, gli archi e le sculture affiorano dalla penombra in un’atmosfera molto suggestiva.
Dietro all’altare, l’abside ospita un interessante gioco di archi e bassorilievi, uno scorcio interessante che accompagna la vista ripetendosi man mano che si percorre il cammino lungo il perimetro.
Oltre alla basilica, oggi si conservano ancora il refettorio grande, adibito a cantina e ospitante un’esposizione di carrozze e attrezzi agricoli, 3 chiostri che in autunno non si mostrano al meglio della loro bellezza e l’infermeria nuova.
Negli spazi interni è allestita un’esposizione didattica dedicata alle attività rurali, partendo dal territorio per proseguire alla coltivazione e produzione di prodotti agricoli, d’allevamento e lavorazione degli stessi fino a ottenere prodotti d’eccellenza locale. Il percorso è reso divertente da alcune marionette che spiegano ai ragazzi in modo divertente i concetti principali, rendendo il tutto interattivo e di piacevole visita.
Un’ala di tutto il complesso contiene anche un’esposizione di burattini, con tanto di scenari, davvero molto vasta.
Insomma l’Abbazia di San Benedetto in Polirone non può proprio mancare per un weekend in Lombardia a sfondo culturale e, con un po’ di tempo, consiglio di fare anche due passi in centro paese. Del resto è un borgo bandiera arancione, non visitarlo sarebbe un peccato.
Tu hai mai trascorso un fine settimana in Lombardia? Hai mai visitato Cremona o Mantova? Se ti va raccontamelo con un commento.
Questo post è scritto in collaborazione con inLombardia
The photos are absolutely amazing. I’ve never thought so much wonderful things can be seen there.
Are you serious? Lombardia is absolutely amazing, you need only to have time and explore every surrounding. 🙂