Hai mai pensato di trascorrere un fine settimana in Svizzera, tra castelli da fiaba, formaggi prelibati e il profumo del cioccolato appena fatto? Io l’ho fatto, e ti porto con me alla scoperta della regione del Gruyère, un angolo autentico e sorprendente dove la tradizione si intreccia con la bellezza del paesaggio. In questo articolo ti racconto il nostro weekend nel Gruyère: un viaggio da Bulle al borgo medievale di Gruyères, passando per il celebre caseificio della Maison du Gruyère, il misterioso Museo di HR Giger, il delizioso Museo Cailler e un’esperienza sui treni panoramici che non dimenticherò. Se ami la Svizzera o vuoi semplicemente farti ispirare, preparati a vivere un’avventura fatta di sapori, storia e scorci mozzafiato.
Dei motivi che mi hanno convinto a trascorrere un weekend in Svizzera ti ho già parlato ed eccomi qui, arrivato nella regione del Gruyère. Area d’origine del famoso formaggio, ma anche territorio affascinante per la sua storia, il Gruyère ha saputo conquistarci per le tante cose che ci sono da vedere e da vivere.
Dove dormire a Bulle: base perfetta per esplorare il Gruyère
Arrivati in automobile dall’Italia abbiamo deciso di fare base a Bulle, una cittadina pratica e ben posizionata per muoversi in tutta la regione. Per il soggiorno abbiamo scelto un albergo della catena Ibis, situato all’ingresso della città. Facile da raggiungere, con parcheggio gratuito, essenziale ma dotato di tutte le comodità e, soprattutto, vicinissimo alle mete principali del nostro viaggio.
La cittadina ha comunque varie opzioni di soggiorno e puoi cercare hotel e B&B a Bulle e scegliere quello che è più adatto a te.

Alla scoperta del Gruyère: formaggio, castelli e cultura
Giusto il tempo di una doccia e un po’ di ristoro, ed eccoci subito pronti per partire alla scoperta del territorio, con la prima tappa immancabile: il Castello di St. Germain e il suo borgo medievale.
La Maison du Gruyère: visita al caseificio del formaggio AOP
Ai piedi del castello ci accoglie la Maison du Gruyère, il caseificio che porta avanti la tradizione del formaggio più famoso di Svizzera. E come potevamo non visitarne la produzione?
Ciò che vediamo è tutto molto moderno e curato, con un’attenzione particolare al turista. All’interno trovi un grande ristorante che serve piatti caldi per tutto l’orario di apertura, perfetto anche per chi arriva tardi come noi. L’ambiente è accogliente, con circa 250 posti a sedere tra interno, esterno e area relax con panche e tavoli vicino a un piccolo parco giochi.
Non manca il market, dove puoi acquistare formaggio Gruyère, cioccolate svizzere e tanti prodotti locali. Una vera tentazione!
La visita di questo paradiso è spesso inclusa in tour che partono dalle città principali nei dintorni. Ad esempio da Ginevra parte il tour in visita a Gruyère con visita alle fabbriche di formaggio e cioccolato. Può essere una soluzione comoda se stai organizzando il tuo viaggio in Svizzera.

Il percorso didattico del formaggio Gruyère
All’interno del caseificio, per soli 7 euro circa, puoi seguire un percorso didattico che racconta la storia e le tecniche di produzione del Gruyère AOP. La lavorazione inizia nelle grandi vasche di rame, dove il latte viene fatto cagliare, poi messo in forme e pressato con una forza impressionante, fino a 900 kg per formare le famose forme da 35 kg. Pensa, ci vogliono 400 litri di latte per ogni forma!
Dopo la salatura in salamoia e la stagionatura che va da 5 a 18 mesi, nasce il Gruyère che tutti conosciamo: più morbido e dolce se giovane, più duro e saporito se ben stagionato. Un gusto che mi ricorda vagamente il nostro Grana Padano… ma è tutta un’altra storia!
Consiglio: controlla che il tour di vista comprenda le degustazioni, altrimenti ti diverti solo a metà!

Il borgo medievale e il Castello di St. Germain
Terminata la visita, saliamo verso il borgo medievale attraverso un breve sentiero che si apre tra le mura antiche. Per chi preferisce, c’è anche un simpatico bus storico color giallo canarino che porta fino in cima.
Superato l’ingresso, ci ritroviamo in un luogo che sembra uscito da una cartolina: un ampio cortile con una fontana centrale, negozi di souvenir e ristoranti dai profumi irresistibili. È affollato, vivo, colorato. Molte persone arrivano dal tour con il trenino d’oro, un’escursione nella zona del Gruyère che da anche l’emozione di viaggiare su questa particolare linea ferroviaria. La gente, comunque, arriva da ogni parte del mondo e io, che amo incontrare culture diverse, mi sento nel posto giusto.
Una cosa mi colpisce. In mezzo a questa moltitudine di visitatori, molte donne indossano il velo, molte il hijab e qualcuna anche il burqa. Osservarle, coperte di tutto punto, con il caldo estivo, ha creato in me motivo di disagio.

Il Museo di HR Giger: un viaggio nel mondo di Alien
Proseguiamo la nostra esplorazione e arriviamo al Museo di HR Giger, il genio che ha dato vita al mostro di Alien. Purtroppo non si possono scattare foto all’interno, ma vi assicuro che merita davvero. Prima della visita, ci fermiamo nel Giger Bar, tutto in stile Alien: pareti, soffitti, arredi… tutto ti fa sentire dentro il film.
Il caffè, però, come spesso capita all’estero, lascia a desiderare. Una brodaglia da 4.50 €, ma accompagnata da un biscottino delizioso che almeno salva il momento.
Le ragazze che gestiscono il locale sono molto gentili e non si fanno problemi a lasciarci scattare qualche fotografia. Ogni angolo rimanda all’immaginario mondo scaturito dalle fantasie di HR Giger e proprio per questo ne porta lo stesso nome. I soffitti ricordano una enorme gabbia toracica, formata da costole, sostenute da colonne vertebrali dalle dimensioni immense. E queste si irradiano per tutta l’ampiezza del locale.

Anche le poltrone rimandano alle prime immagini del film Alien. In esse i terrestri, esplorando l’interno di una base spaziale sperduta, si imbattono in quello che par esser la salma di un pilota alieno mentre è seduto ad una console di comando.
Osservando bene noto che, oltre il mobilio e le pareti, persino i pavimenti rimandano alle opere dell’artista. Disegni ad incisioni raffigurano i lavori di Giger presenti al museo.
Poi per aggiungere un tocco di colore al locale, è presente una musica dalle note inquietanti. Fa da sottofondo al vociar degli avventori e pare voler sottolineare questo mondo onirico. Probabilmente è parte di qualche colonna sonora. Un luogo davvero singolare e decisamente bello.

Considerazioni sul museo di HR Giger
Il museo è particolare e non adatto a tutti, specialmente ai più sensibili o ai bambini. Le opere di Giger mescolano macchine e corpi umani, con immagini forti che possono turbare. Ma se ami l’arte visionaria e provocatoria, è una tappa da non perdere.
È ancora più curioso e particolare della caffetteria. L’ingresso è consentito ai bambini anche se, a mio parere, consiglio di evitar loro la visita.
Per chi non conosce le opere di HR Giger, oltre alle ambientazioni futuribili, molte opere ricordano corpi confusi. In parte esseri umani, uomini donne e bambini, in parti macchine. Talune aggrovigliate in forme che rimandano ad amplessi sessuali nonché a forme di perversione come il sadismo o la pedofilia.
Insomma non adatto a chi facilmente impressionabile o che possa detestare a priori certe immagini.

Visita al Castello di St.Germain
Riprendiamo il percorso e finalmente entriamo nel Castello di St. Germain. Qui tutto è ben organizzato e il personale parla anche italiano. Subito ci colpisce il vecchio glicine che si arrampica sulla balconata, una meraviglia della natura che sembra voler abbracciare il castello.
All’interno trovi stanze arredate, antichi arredi, vetrate colorate che raccontano la storia dei signori del castello. In un salottino, in bella vista, osserviamo una vecchia sedia a rotelle. La mia mente vola, penso subito ad un romanzo per ragazzi che lessi nella mia infanzia. Fu scritto nel 1880 dall’autrice svizzera Johanna Spyri e narra di una piccola orfana che, dai monti in cui viveva con l’anziano nonno, veniva condotta a Francoforte a far da dama di compagnia a una ragazzina di 12 anni bloccata su sedia a rotelle. Era la dolce Clara di Heidi, la famosa storia svizzera che ci ha fatto sognare da bambini.
Il giardino all’italiana chiude il percorso con le sue siepi curate e i disegni geometrici. La visita termina tra acquisti di souvenir e la voglia di continuare a esplorare.

Cena a Bulle e una scoperta golosa
La serata si conclude a Bulle con una pizza, prima di scoprire, grazie a un gentile dipendente dell’hotel, che a pochi chilometri si trova il famoso Museo del Cioccolato Cailler. Come resistere?
Il Museo del Cioccolato Cailler: un’esperienza golosa
La mattina seguente ci dirigiamo a Broch, dove scopriamo la storia di François-Louis Cailler, pioniere della cioccolata in Svizzera. La visita è un viaggio tra passato e presente, tra storia, produzione e degustazione.
Apprendiamo che fu proprio lui a inventare la tavoletta di cioccolato e che da qui sono nati marchi famosi come Suchard, Toblerone, Lindt e Nestlé.

Nella prima metà dell’Ottocento in Svizzera, molti famosi pasticceri, fecero la storia della cioccolata così come la conosciamo ai giorni nostri:
- Francois-Louis Cailler inventò la “tavoletta” 1819;
- Philippe Suchard produsse un cioccolato dolce la cui ricetta si perse, tutt’ora l’azienda Suchard produce un cioccolato al latte conosciuto da tutti con il marchio Milka (unione di Milch (latte) e Kakao (cacao);
- Jean Tobler creo il Toblerone, la famosa barretta a forma piramidale di cioccolato, mandorle e miele. L’ispirazione venne dal torrone e, a distanza di un secolo, il prodotto e rimasto invariato nella forma e nel nome;
- Daniel Peter, genero di Cailler, inventò la cioccolata al latte grazie all’aiuto del vicino di casa il farmacista Henri Nestlè inventore, a sua volta, del latte in polvere;
- Rodolphe Lindt inventore del cioccolato fondente e del metodo di concatura.
Nel museo per chi fosse interessato ai segreti del cioccolato vi è, tramite iscrizione, la possibilità di partecipare a un corso di pasticceria per imparare le tecniche di lavorazione del cioccolato.
Degustazioni e shopping di cioccolato
Il percorso culmina con assaggi di cioccolato appena prodotto e un ricco negozio dove è impossibile non comprare qualcosa. Tavolette, praline, cioccolatini… sembra davvero di essere finiti nella fabbrica di Willy Wonka!
Lo spazio vendita ha una varietà immensa di prodotti. Pralineria, tavolette di cioccolato, cioccolatini, una vera delizia. Al bar poi, come se non bastasse tutto ciò, si possono degustare altri prodotti mentre si attende.
Se la visiterai, ricorda di portare una bella borsa grande, magari frigo, perché credimi è impossibile uscirne senza aver fatto un piccolo acquisto.
Piccola curiosità: gli svizzeri amano maggiormente il cioccolato al latte. Circa il 70/80 % della produzione è dedicata alla cioccolata dolce. Noi italiani, invece, amiamo di più la fondente, l’avreste mai detto?

La Svizzera dei treni tra Gruyère e Montbovon
Proprio quando pensavamo che le sorprese fossero finite, Davide, amico e compagno di viaggio, mi fa notare un piccolo particolare che, fino a quel momento, avevo trascurato: “Lo sai che la Svizzera ha una delle reti ferroviarie più spettacolari d’Europa? E che proprio da qui partono alcuni dei treni panoramici più famosi al mondo?”
Non serve dirmelo due volte. L’idea ci stuzzica subito e, prima di rimetterci in viaggio verso l’Italia, decidiamo di regalarci un’ultima esperienza a bordo di un treno locale, giusto per assaporare quel fascino che solo il viaggio lento sa regalare. Così acquistiamo un biglietto di andata e ritorno da Gruyère a Montbovon, una tratta breve ma carica di promesse.
Il treno che ci accoglie è un moderno Stadler, credo sia del 2015, composto da tre carrozze con una parte del piano ribassata per facilitare l’accesso. Silenzioso, comodo, pulito. La linea che percorriamo è la Broc – Bulle – Montbovon, inaugurata agli inizi del Novecento e oggi gestita dalla Transport Public Fribourgeois. Pensare che più di un secolo fa già si viaggiava su questi binari mi fa riflettere su quanto gli svizzeri siano avanti nel coniugare progresso e sostenibilità.
Il treno si muove con una dolcezza che quasi concilia il sonno, ma gli ampissimi finestrini panoramici mi tengono incollato a osservare ogni dettaglio: casette di legno dai tetti spioventi, prati verdissimi punteggiati da mucche tranquille, campanili che svettano tra le colline. Sembra di essere dentro una cartolina vivente.
Ad ogni fermata, i piccoli paesi sembrano raccontare una storia diversa. Mi colpisce una scena semplice ma bellissima: una suora saluta con entusiasmo un’amica che sta salendo sul nostro treno. Le sorride, agita la mano senza stancarsi, e quel gesto semplice riesce a trasmettermi una gioia genuina. Quasi mi commuove.

L’arrivo a Montbovon e il Train du Chocolat
Arrivati a Montbovon, decidiamo di scendere per sgranchirci un po’ le gambe e scattare qualche foto. La stazione è piccola ma affascinante, immersa nella tranquillità della campagna svizzera. Proprio lì scopriamo che questo piccolo snodo ferroviario è punto di connessione con la linea MOB, la Montreux Oberland Bernois Railway, famosa per i suoi treni turistici come il Train du Chocolat e il GoldenPass Express.
E come se il destino avesse voluto regalarci l’ultima emozione del viaggio, poco dopo vediamo arrivare proprio lui, il celebre Train du Chocolat, che con la sua locomotiva dorata scintillante cattura subito la nostra attenzione. Si avvicina lentamente e io, emozionato come un bambino, prendo il telefono e riesco a fotografarlo proprio mentre passa davanti a noi. Riesco perfino a scorgere il sorriso del macchinista che, forse abituato agli sguardi curiosi dei viaggiatori, ci regala un breve cenno con la testa. Un momento semplice, ma che custodirò con piacere tra i ricordi più belli di questo viaggio.
Riprendiamo posto sul nostro treno per il ritorno verso Gruyère. La luce del pomeriggio inizia a scaldare i colori della campagna e, guardandoci, capiamo che questa piccola deviazione ferroviaria è stata la degna conclusione di un weekend perfetto.
Una volta tornati a Bulle e sistemate le ultime cose, non ci resta che ripartire per l’Italia. Il cuore, però, resta ancora un po’ lì, tra le colline del Gruyère, i sapori indimenticabili del formaggio e del cioccolato, le atmosfere medievali del castello e quella strana magia ferroviaria che solo la Svizzera sa regalare.
Che dire di più? Se hai voglia di vivere un viaggio sorprendente, tra natura, tradizioni e piccoli momenti di felicità, il weekend nel Gruyère ti aspetta. E credimi… merita davvero di essere scoperto.

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